60° Anniversario dell’assassinio di Mohandas K. Gandhi
La redazione
L’eredità del Mahatma e i Maestri italiani della Nonviolenza
Sessant’anni fa, attorno alle cinque pomeridiane del 30 Gennaio 1948, nel giardino di casa Birla dove ogni giorno teneva i suoi incontri di preghiera aperti a tutte le religioni, Mohandas Karamchand Gandhi, il Mahatma, veniva assassinato da un fanatico indù.
Motivo di tanto odio l’amore incondizionato, e il profondo senso di giustizia ed equanimità, che Gandhi dimostrava nei confronti dei musulmani; troppo amore, dunque, la sua colpa agli occhi dei fanatici intolleranti.
Per questa assurda ragione il mondo fu privato della guida dell’uomo di cui Albert Einstein avrebbe detto: Le generazioni a venire difficilmente potranno credere che un uomo simile abbia camminato in carne e ossa sulla Terra.
E’ probabilmente vero che Gandhi, come egli stesso affermò più volte, non abbia inventato nulla di nuovo: la Verità e la Nonviolenza, soleva dire, sono antiche come le montagne.
Ma oggi più che mai è chiaro al mondo che la sua lettura in chiave spirituale dei nodi politici, economici e sociali che affliggono la società moderna rimane di straordinarie attualità e utilità.
Questo convegno si pone dunque come momento di confronto e progettualità per il risveglio di una coscienza spirituale, etica e sociale che favorisca la conversione delle odierne società strutturalmente violente in comunità nonviolente basate sui valori da sempre insegnati dai Maestri spirituali dell’umanità.
Programma
Alle ore 21.00 videoproiezione di documenti rari su Gandhi, Vinoba e i discepoli italiani. A seguire dibattito.
Intervengono:
Padre Anthony Elenjimittam: monaco domenicano e discepolo diretto del Mahatma Gandhi, fondatore della Missione Sat-Chit-Ananda di Assisi per il dialogo interreligioso;
Federico Fioretto: ricercatore, vicepresidente dell’Associazione Ariel, Gazzola (PC);
Daniele Novara: direttore Centro Psicopedagogico per la Pace e la gestione dei conflitti, Piacenza;
Giovanni Salio: presidente Centro Studi Sereno Regis, Torino, membro del MIR – Movimento Nonviolento e della rete Transcend;
Per informazioni: www.neotopia.it