Il Papa: non fare nulla non basta!
Avvenire
Papa Francesco ha celebrato la prima Giornata mondiale dei poveri.
Una giornata di festa con i poveri, tutta dedicata a loro, dal Vaticano al resto del mondo. Papa Francesco ha celebrato la prima Giornata Mondiale dei Poveri che aveva istituito esattamente un anno fa, a conclusione del Giubileo della Misericordia. Le sue parole sono state un nuovo appello a non cadere nella “indifferenza”, a “non girarsi dall’altra parte” e neanche a “sdegnarsi di fronte al male senza fare nulla”. Perché non basta essere in regola, “non fare nulla di male”, “Dio non è un controllore in cerca di biglietti non timbrati” ma misurerà in base a quanto ciascuno è capace di dare agli altri.
E allora i poveri sono per tutti una occasione di conversione, “sono il nostro passaporto per il paradiso”. Queste le parole pronunciate in una basilica vaticana piena: settemila le persone presenti alla messa, la maggior parte delle quali poveri, migranti, senzacasa, persone in difficoltà. E accanto a loro i tanti volontari che, anche lontano dai fari mediatici di questa giornata, ogni giorno prestano il loro servizio accanto a chi è
in difficoltà.
Poi il pranzo in un’Aula Paolo VI completamente trasformata per l’occasione. Tavoli tondi apparecchiati in maniera elegante ma sobria e un menu firmato dallo chef Sergio Dussin. Quando entra il Papa è un tripudio di entusiasmo: chi lo abbraccia, chi lo bacia, chi chiede di farsi una foto con lui. Il Presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, mons. Rino Fisichella, il ‘registà di questa giornata, fatica a contenere i gesti di affetto per il pontefice. Francesco ha per tutti una parola, una carezza, un sorriso.
Prima di sedersi a tavola, il pontefice benedice tutti e manda un saluto anche a quelle migliaia di poveri oggi ospitati in tante strutture di Roma, ma anche oltre, in Italia e nel mondo, per una giornata che vuole essere, nelle intenzioni del pontefice, di riflessione ma anche di festa. Grande la mobilitazione dei volontari, dalla Caritas alla Comunità di Sant’Egidio, dalle Misericordie alle Acli, dalla Comunità Papa Giovanni all’Ordine di Malta, solo per citare alcune realtà che hanno organizzato gli eventi di oggi.
L’omissione è “il grande peccato nei confronti dei poveri. Qui assume un nome preciso: indifferenza”, aveva detto il Papa nell’omelia della messa in basilica. “È dire: ‘Non mi riguarda, non è affar mio, è colpa della società’. È girarsi dall’altra parte quando il fratello è nel bisogno, è cambiare canale appena una questione seria ci infastidisce, è anche sdegnarsi di fronte al male senza far nulla. Dio, però, non ci chiederà se avremo avuto giusto sdegno, ma se avremo fatto del bene”. I poveri hanno un posto speciale nel cuore di Dio: “Questi fratelli più piccoli, da lui prediletti, sono – ha detto ancora Francesco – l’affamato e l’ammalato, il forestiero e il carcerato, il povero e l’abbandonato, il sofferente senza aiuto e il bisognoso scartato”. E allora “questa – sottolinea il Papa – è la vera fortezza: non pugni chiusi e braccia conserte, ma mani operose e tese verso i poveri, verso la carne ferita del Signore”.
Avvenire
20 novembre 2017