5 minuti per chi non c’è più


La redazione


CINQUE MINUTI Cari amici oggi alle ore 12:00 ci fermiamo tutti per cinque minuti di silenzio cinque minuti in tutte le case. Cinque minuti senza televisione senza telefono senza computer cinque minuti per chi è morto senza avere intorno i suoi familiari, per chi è morto senza il saluto della sua comunità. La proposta e […]


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5minuti

CINQUE MINUTI
Cari amici oggi alle ore 12:00 ci fermiamo tutti per cinque minuti di silenzio cinque minuti in tutte le case.

Cinque minuti senza televisione senza telefono senza computer cinque minuti per chi è morto senza avere intorno i suoi familiari, per chi è morto senza il saluto della sua comunità.

La proposta e del poeta Franco Arminio e penso che vale davvero la pena di raccoglierla.

Buona giornata a tutti e a tutte.
La lettera di Franco e una sua poesia
Caro Presidente del Consiglio,
cari Presidenti delle Regioni,
cari Sindaci,
spero che qualcuno di voi voglia prendere in considerazione l’idea di fare una cerimonia per i morti in questo tempo in cui si muore senza funerali.
Chi pensa che ora è il momento dell’azione, deve pensare che anche fare cinque minuti di silenzio è un’azione e nulla sottrae alla battaglia contro il virus.
Marcel Proust diceva che i vivi sono dei morti non ancora entrati in funzione. E dunque la morte non può essere rimossa anche adesso che è al centro della vita individuale e collettiva.
La mia proposta è di fare domenica 29 marzo a mezzogiorno cinque minuti di silenzio, cinque minuti senza telefono e senza computer.
Non saranno cinque minuti banali: partecipare a un rito collettivo, anche se a casa propria, è un bel gesto di salute morale e credo sia interesse di chi ci governa, a livello centrale e locale, avere una popolazione coesa e attenta, rispettosa delle regole e vicina al dolore di chi ha perso i suoi cari.
Restare umani è un compito che non contrasta con quello di rimanere sani.

PREGHIERA PER I MORTI
Noi lo sappiamo che quando si muore
accade una cosa che dura un tempo infinito
e non possiamo accompagnare nessuno in questo tempo,
vuoto o pieno che sia.
Si resta qui sempre un poco stupiti
dal morire: si va a guardare chi è morto
stamattina sperando che non sia vero
e invece il morto è lì, morto come prima.
Vivere è pregare anche quando poco ci pensiamo,
preghiamo in pizzeria, durante un amplesso,
mentre ci allacciamo le scarpe, preghiamo
la vita di restare vita e di darci quel soffio
di tempo che non è il morire.
Noi preghiamo sempre
pure quando litighiamo, quando
portiamo rancore agli innocenti.
Non c’è nessuna vita al mondo
che non abbia un senso, un dono.
Il caso è azzurro e non è detto che la morte
sia nera. È solo la più strana
la più indecifrabile delle nostre gioie,
vediamo solo che comincia col silenzio,
un silenzio fermo da cui non esce niente,
un silenzio sigillato per sempre,
un silenzio che non si lascia scuotere.
Pregare per i morti
è quello che facciamo sempre,
senza saperlo, senza sapere
che forse noi stessi siamo
la preghiera che fanno i morti.
I vivi escono dal canto di chi non c’è,
dalla sguardo di chi non vede.

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