25 Aprile: Liberiamo la libertà!


La redazione


Giorgio Napolitano: I giovani di oggi sono chiamati a contrastare i nuovi autoritarismi e integralismi, che rappresentano la negazione dei principi e dei valori che ispirarono la lotta per la Liberazione.


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25 Aprile: Liberiamo la libertà!
INTERVENTO 
DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
 GIORGIO NAPOLITANO 
IN OCCASIONE DELL'UDIENZA
 ALLE
ASSOCIAZIONI COMBATTENTISTICHE E D'ARMA

PALAZZO DEL QUIRINALE, 24 APRILE 2008



Signor Ministro della Difesa,


Autorità civili e militari,


Presidenti e rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma e della Confederazione fra le Associazioni combattentistiche e partigiane,


anche quest'anno ho voluto che l'udienza a voi dedicata si svolgesse al Quirinale, in forma unitaria ed in concomitanza con le celebrazioni per la ricorrenza del 25 aprile, per sottolineare il significato solenne di questa data e di questo incontro. Come ho sostenuto anche lo scorso anno a Cefalonia, credo sia importante che gli Italiani mantengano costantemente viva la memoria e consapevole la coscienza delle diverse tappe e componenti del processo di maturazione e di lotta che ha condotto il nostro Paese alla Liberazione.
La Liberazione, infatti, non fu soltanto il coronamento di una luminosa rinascita, lungamente sognata durante tutto l'oscuro periodo del nazismo, del fascismo e della guerra, ma anche e forse soprattutto una promessa: la promessa di un'Italia nuova, di una vera Costituzione dei cittadini, di una democrazia reale; una promessa di sviluppo economico e sociale per tutto il Paese.
E in quest'anno, in cui ricorre il 60° anniversario dell'entrata in vigore della Carta costituzionale, siamo spronati ad un impegno maggiore per mantenere quella promessa, per tenere alti i principi ed i valori che hanno ispirato la stesura del documento fondante della nostra vita democratica. Quei principi vanno vissuti quotidianamente; i valori – anche ed innanzitutto morali – che si esprimono nei diritti e nei doveri sanciti nella Costituzione vanno apprezzati e coltivati.
Spinti dalla propria drammatica esperienza di vita, dalla soppressione delle libertà, dalle stragi perpetrate dal nazismo, dall'orrore delle deportazioni e dei campi di sterminio, i Costituenti conferirono giusto ed assoluto rilievo ad una serie di diritti fondamentali, sacri, che furono per questo definiti inviolabili.
E su questa base, nel redigere l'articolo 11 della Carta, essi vollero giustamente ripudiare in maniera definitiva la guerra come offesa alla libertà dei popoli e delle persone e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Con equilibrio e lungimiranza, essi compresero però come il rifiuto della guerra andasse accompagnato da un corrispondente impegno, attivo e forte, dell'Italia nell'ambito delle Istituzioni che perseguono gli obiettivi di pace e di giustizia della Comunità Internazionale, accettando per questo interesse superiore e condiviso, le necessarie limitazioni alla sovranità nazionale.
Purtroppo, una soddisfacente governance del sistema internazionale, a cui da allora l'Italia contribuisce con entusiasmo e generosità, non è ancora compiuta, e deve anzi confrontarsi con nuove complesse realtà e nuove sfide. La sicurezza degli esseri umani e delle loro opere è costantemente a rischio, i diritti fondamentali di uomini e donne sono ripetutamente e gravemente violati, lo sviluppo economico e sociale è in molteplici situazioni ritardato e frenato.
Il nostro Paese è attualmente tra i maggiori protagonisti delle missioni internazionali, in linea con il ruolo primario che rivestiamo nell'Organizzazione delle Nazioni Unite, nell'Unione Europea e nella NATO.
Al momento, oltre 8500 militari italiani sono impiegati quotidianamente per il ristabilimento della pace e della sicurezza, per la promozione dello sviluppo, nei Balcani, in Libano, in Afghanistan ed in numerose altre missioni minori, non meno importanti.
In tante aree e regioni vicine o remote del mondo, le nostre Forze Armate – unitamente a quelle di altri Paesi ed alle strutture della cooperazione civile – onorano la promessa fatta dall'Italia quel 25 aprile 1945, ormai lontano nel tempo, ma sempre presente nei nostri cuori e nelle nostre menti, continuando così il processo democratico della Liberazione
Ed il modo in cui i militari italiani assolvono a questo loro compito di fondamentale importanza per la crescita della società nazionale e globale del XXI secolo guadagna all'Italia ripetuti riconoscimenti della Comunità Internazionale e concrete espressioni di riconoscenza da parte delle popolazioni interessate, della gente comune, che, grazie al nostro impegno, vede riaccendersi la speranza di una vita normale, percepisce la possibilità di un futuro dignitoso.
Negli ultimi anni, si è venuta affermando e diffondendo una cultura della sicurezza che comprende la legittimità e l'opportunità di interventi militari a sostegno della pace condotti in sinergia con le attività di assistenza alle popolazioni, finalizzate alla ricostruzione istituzionale, sociale ed economica delle aree investite dalle crisi.
Credo che questa cultura della sicurezza, fortemente sostenuta e diffusa soprattutto dall'Unione Europea, debba ispirare tutte le Istituzioni Internazionali. Sono convinto che essa costituisce fattore basilare per la realizzazione di un sistema condiviso di governance democratica dell'ordine e della sicurezza internazionale, indispensabile per il controllo e la regolazione dei grandi fenomeni di scala planetaria che incidono sempre più direttamente sul futuro del nostro Paese e sulle vite di ciascuno di noi.
In questo quadro, che, con stupefacente evidenza, dimostra tutta la modernità ed il realismo dell'art. 11 della Costituzione, il ruolo delle Forze Armate assume finalità e caratteri del tutto innovativi e di prospettiva ben più ampia di quella ristretta della tradizionale, storica difesa nazionale.
Le Forze Armate oggi costituiscono componente essenziale per il controllo della conflittualità, il mantenimento della sicurezza e il rispetto della legge dovunque ciò impegni la comunità internazionale; esse sono strumento irrinunciabile di qualunque efficace strategia di pace.
Alle Forze Armate il Paese deve quindi assicurare prospettive di crescita e sostegno, con il contributo anche delle Associazioni che voi qui rappresentate e che svolgono capillare azione di promozione, consolidamento e diffusione dei preziosi valori della tradizione militare.
La storia sembra assegnare ad ogni generazione una missione.
I nostri padri hanno realizzato il sogno dell'Italia unita – e mi complimento con il Consiglio Nazionale Permanente delle Associazioni d'Arma per l'iniziativa di celebrare in Trieste il 90° anniversario della Vittoria – la nostra generazione ha sconfitto il nazi-fascismo e gettato le basi dell'Europa unita, fino al superamento della lunga stagione della Guerra Fredda con l'abbattimento del muro di Berlino. I giovani di oggi sono chiamati a contrastare i nuovi autoritarismi e integralismi, che rappresentano la negazione dei principi e dei valori che ispirarono la lotta per la Liberazione.
A voi Presidenti e Rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma non solo l'onore di testimoniare il passato, tramandando alle future generazioni il vostro retaggio di tradizioni e memorie, ma anche il compito di essere solido anello di congiunzione fra la società civile ed il mondo militare.
Con tali sentimenti, vi rinnovo il mio più vivo compiacimento per l'entusiasmo con cui vi ponete a salvaguardia dei valori fondanti della Carta costituzionale, per il concreto sostegno che assicurate alle nostre Forze Armate e per il vostro costante impegno a favore del Paese tutto nelle attività di protezione civile e di aiuto alla collettività nazionale.

Fonte: Quirinale.it

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