21 luglio: “Ecco come sono stati spesi i soldi del piano nomadi”


Redattore Sociale


La denuncia dell’associazione “21 luglio” dopo le parole del sindaco Alemanno e la richiesta di altri fondi per il Piano nomadi. Stasolla: “Fino ad oggi spesi più di 34 milioni di euro, ma ai rom non arriva nulla”


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21 luglio: "Ecco come sono stati spesi i soldi del piano nomadi"

Nuovi sgomberi, nuovi campi, nuove richieste di soldi. Dopo la morte di quattro bambini in un insediamento abusivo di via Appia Nuova a Roma, si torna a parlare dei campi abusivi della capitale. Campi che vengono sgomberati, ma che poco dopo risorgono qualche metro più in là, e spesso con le stesse persone. Ciò di cui si sente parlare ancora troppo poco, invece, è la reale prospettiva del superamento del campo. E’ quanto lamenta l’associazione 21 luglio, impegnata nella capitale per il rispetto dei diritti dei minori rom. Alle promesse di nuovi sgomberi fatte stamattina dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e alle richieste di altri 30 milioni per completare il Piano nomadi, l’associazione denuncia il cattivo uso dei fondi messi a disposizione per l’emergenza, che potrebbero esser spesi per avviare progetti in cui si possa parlare di case e non di container o roulotte. “Per il piano nomadi è stato previsto finora lo stanziamento di più di 34 milioni di euro – spiega Carlo Stasolla, presidente dell’associazione 21 luglio -. Si prevede per il 2011 un ulteriore stanziamento di 20 milioni di euro”. Anche gli sgomberi costano. E probabilmente più di quanto si pensa. “Noi abbiamo calcolato che uno sgombero costa dai 15 ai 20mila euro – aggiunge -, secondo cifre fornite dal comune di Milano. Dall’inizio del piano nomadi, quindi, stimiamo circa 2-3 milioni di euro spesi per gli sgomberi”.
 
Ma non è tutto. Intorno ai campi attrezzati, al mantenimento e all’individuazione di nuove aree, girano somme spaventose, come nel caso del campo della Barbuta, in zona Ciampino. “La sovraintendenza ha dovuto fare degli scavi archeologici che da soli sono costati un milione di euro – ha affermato Stasolla -. Tale cifra solo per stabilire se fosse possibile costruire o meno un campo”. Costi alti anche per l’ampliamento dei campi esistenti. “Per adeguare Salone, con l’ingresso dei 200 rom provenienti dal Casilino 900, sono stati spesi 2,5 milioni di euro, pari ad una cifra procapite per persona di Casilino 900 di 12.500 euro. Per una famiglia, quindi, sono state spese 80-90 mila euro”. Solo i nuovi container, spiega Stasolla, sono costati “un milione e trecento mila euro, e l'azienda che ha realizzato i container ha fatto i suoi affari”. Poi ci sono le utenze per singolo campo. “Prima in molti campi i rom pagavano le utenze – aggiunge Stasolla -, a Salone si pagava fino all’inizio del Piano nomadi. Poi, con l’arrivo degli altri, non si pagano più. Su Salone abbiamo una stima di un milione e mezzo l’anno di spese”. Sempre a Salone un’altra vicenda oscura. “Sono stati spesi 4 milioni di euro per videocamere e vigilanza armata per i campi – spiega Stasolla -. A Salone col piano nomadi sono state cambiate tutte le videocamere nonostante queste funzionassero”.
 
Il mantenimento generale dei 7 villaggi esistenti ad oggi, poi, costa circa “un milione di euro al mese. Per i nuovi, come alla Barbuta, la spesa prevista è tra i 9 e i 10 milioni di euro, in una zona totalmente illegale perché vincolata e zona archeologia, oltre che ad essere all’interno del cono di volo dell’aeroporto di Ciampino. Cose simili si possono fare soltanto con la straordinarietà dell’emergenza”. Secondo l’associazione 21 luglio, i soldi spesi fino ad oggi per il Piano nomadi sono senza dubbio “soldi spesi male perché ai rom non arriva nulla – commenta amareggiato Stasolla -. Il sistema campo oggi ‘conviene’ a tutti. Non si trova consenso nel superamento del campo e nel discorso della casa perché ‘conviene’ così”.

Fonte: www.redattoresociale.it

7 febbraio 2011

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Don Armando Zappolini:
“Ai rom e ai sinti non servono ‘villaggi’, ma case”
La morte dei quattro bambini rom nella capitale è il segno di un’incapacità ormai strutturale di accogliere

“I quattro bambini rom morti carbonizzati in una baracca della capitale non sono il segno di un’emergenza, ma l’ennesimo orrore di un’incapacità di accogliere che sta diventando strutturale nelle nostre società.” Don Armando Zappolini, neo presidente delCoordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA), non ci sta ad avvalorare i discorsi di chi continua a trattare gli stanziamenti di rom e sinti come un allarme costante: “Ma come si fa a parlare di ‘emergenza’, quando tante di queste persone sono in Italia, e a Roma, da molti anni? Quando da almeno un ventennio aspettiamo che le istituzioni trovino una soluzione adeguata al rispetto dei diritti umani fondamentali?”.
“Come CNCA,” continua don Armando, “abbiamo sempre rifiutato l’idea dei villaggi attrezzati, quando con essi si ripropongono – con un’etichetta più presentabile – i vecchi ‘campi rom’. Tutt’al più vanno bene come intervento transitorio, in vista di azioni capaci di favorire realmente l’integrazione delle persone rom e sinti. La via maestra deve essere il loro inserimento nelle graduatorie delle case di edilizia residenziale pubblica. Non sono dei ‘nomadi’, come dice e scrive chi evidentemente non li conosce, ma individui e famiglie che – al pari di chiunque altro – chiedono di poter vivere in un alloggio decente, non nei piazzali delle aree fuori raccordo.”
“Ma dobbiamo dirci chiaramente”, conclude Zappolini, “che se le diverse amministrazioni di destra e di sinistra che si sono succedute, a Roma e altrove, nel corso degli anni non hanno voluto e saputo affrontare la questione nei modi che sarebbe stato doveroso fare, è anche perché hanno temuto di perdere voti. Una parte della cittadinanza non sa andare oltre le proprie paure, oltre i propri pregiudizi. Non si scandalizza per le condizioni vergognose in cui vivono tanti bambini e tante famiglie nelle sempre più numerose discariche delle nostre città. Anche a costoro dobbiamo dire che i luoghi di confino non producono sicurezza, ma sono – proprio essi – un pericolo.”
 
Info:
Mariano Bottaccio – Responsabile Ufficio stampa
Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA)
tel. 06 44230395/44230403 email: ufficio.stampa@cnca.it
www.cnca.it

Fonte: Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA)

7 febbraio 2011

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