In 200mila alla marcia antirazzista


La redazione


Musica, balli, slogan e carri, anche uno delle Ong a forma di barcone e quello contro la legge Pillon: successo della manifestazione contro tutte le discriminazioni. Il sindaco: “Siamo a uno spartiacque”


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Un fiume di persone colorato e allegro. Una partecipazione straordinaria. Poco dopo la partenza del corteo antirazzista di Milano, c’è già un numero: “Siamo 200mila“, aggiornato a distanza di due ore con un “oltre 250mila”. Lo dice Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali in prima linea nell’organizzazione. E in effetti la coda della marcia non fa in tempo a muoversi per l’inizio della manifestazione che la testa è già in Duomo, a un paio di chilometri di distanza: la piazza è subito piena e la folla canta “Bella ciao”. Tanti, tanti bambini. E un dragone cinese, in rappresentanza della numerosa comunità cinese. Felice il sindaco Beppe Sala, che vede nella giornata un segnale di un prima e un dopo: “E’ un momento di grande cambiamento per il Paese, è questa la nostra visione dell’Italia. Uno spartiacque per la società. Uno spartiacque tra apertura e chiusura, tra qualche sogno autarchico, che si manifesta nell’idea di trasmettere solo canzoni italiane alla radio, e una visione internazionale. Non lasciate la politica solo ai politici – raccomanda – da Milano può ripartire un’idea diversa dell’Italia

La manifestazione

Partita alle 14 in via Palestro angolo corso Venezia per arrivare in Duomo, è subito un successo (anche oltre le aspettative) la lunghissima passeggiata nel centro della città, accompagnata dalla musica, dai colori, dai balli e dalle speranze centinaia di migliaia di persone. Più che una manifestazione tradizionale, quello di oggi è un grande evento con un afro street party finale in piazza Duomo del dj italo nigeriano Simon Samaki Osagie, l’inventore dell’ultima moda britannica in fatto di flash mob musicali a tema politico, venuto appositamente da Londra. “People-prima le persone”, contro tutte le discriminazioni, sfida apertamente il governo sui diritti, sul rispetto, perché – per usare sempre le parole di Sala: “Un’altra visione del mondo è possibile”. L’idea è stata lanciata in autunno da sei sigle del terzo settore (Insieme Senza Muri, Anpi, Acli, Sentinelli, Mamme per la pelle e Action Aid).

Le adesioni

Pullman e delegazioni da tutta Italia e numeri da record, 1.200 fra enti e associazioni presenti con striscioni loro, 40mila adesioni solo su Facebook, 700 Comuni aderenti, 20 presenti in piazza anche con il gonfalone e gli assessori, fra questi quello di Riace. Tanti i politici, leader nazionali e segretari generali di sigle come Cgil, Cisl, Uil, Arci, Emergency, Amnesty International, Medici senza frontiere. Tutti uniti in nome della tolleranza e del rispetto dei diritti delle persone e delle minoranze, in un ventaglio larghissimo che va dai migranti all’universo Lgbt, dai disabili alle donne.

In strada 200mila persone

Obiettivo dichiarato era quello di uguagliare quel traguardo del 20 maggio del 2017 che portò in piazza sempre a Milano 100mila persone e di superare i 50mila arrivati in piazza del Popolo a Roma per il raduno #primaglitaliani del leader leghista Matteo Salvini. Ma la risposta di Milano anche stavolta c’è stata: “Siamo 200mila! – twitta Majorino a un’ora dalla partenza – corteo allegro, festoso e tranquillo, di tutti i colori”. Poi dal palco di piazza Duomo, l’aggiornamento contabile che fa esultare i presenti: oltre 250mila. Nessun comizio finale e discorsi paludati, tutto si conclude al tramonto, al suono dell’inno “People have the power” di Patty Smith. E il potere di Milano, ancora una volta, è stato quello di portare in strada la voce di chi chiede un altro approccio alle tematiche dell’immigrazione, delle persone omosessuali, dei disabili, della società che cambia “restando umana”.

“Da questa piazza va ricostruita la sinistra”

“Abbiamo bisogno delle persone e di tornare alle persone”: dice Nicola Zingaretti, candidato alle primarie del Pd, al corteo con lo sfidante Maurizio Martina, che su Twitter scrive: “Oggi e domani. Per la primavera democratica #primalepersone”, postando un’immagine dei due insieme. “Da qui, da manifestazioni come questa, va anche ricostruita la sinistra. Questo governo non garantisce lavoro, sviluppo e benessere ma distribuisce tanto odio, rancore e divisione. L’Italia non può essere questo”, spiega Zingaretti. La lezione è stata compresa da tutti. “Il Pd unito è indispensabile per battere i seminatori d’odio in questo Paese, quelli che pensano che si costruisca il futuro dell’Italia sul rancore – aggiunge Martina – questa piazza ci chiede unità e apertura e noi non dobbiamo assolutamente deluderla”. “Non è una piazza per mandare un messaggio Salvini – sottolinea il segretario generale della Cgil Maurizio Landini – ma al paese che chiede di partecipare e di cambiare le politiche economiche. Questo è un governo che fa politiche sbagliate e non sta combattendo le disuguaglianze. Questa piazza va oltre la sinistra, chiede l’unità sociale per riconoscere il lavoro come fondamento del Paese”. “Qui invece c’è vita, speranza e voglia di andare avanti”, le parole di Laura Boldrini, ex presidente della Camera. Per Nicola Fratoianni, quella di Milano, è “una manifestazione straordinaria”, con “centinaia di migliaia di persone che si ribellano insieme all’onda nera che vuole sommergere l’italia, al razzismo dilagante”. Perché, aggiunge il deputato radicale di +Europa Riccardo Magi, “c’è un’Italia che si sente meno sicura
proprio a causa di misure come il decreto sicurezza: aumentano le discriminazioni e vengono ulteriormente affossate le politiche per l’accoglienza e l’inclusione. Essere qui è un dovere”.

Le mamme adottive

Ma al di là delle dichiarazioni dei politici, esiste e si fa sentire per le vie del centro della città la vita vera: i nuovi italiani, le famiglie, di tutti i colori. Adriana Pumpo, del direttivo dell’associazione “Mamme per la pelle”, nata il 30 novembre del 2018 dopo una lettera aperta scritta da una mamma adottiva al ministro dell’Interno Matteo Salvini, racconta l’emozione della giornata. “Per noi era fondamentale essere qui – dice – perché il clima si è inasprito e sono molti gli episodi di razzismo soprattutto da parte di adulti nei confronti di bambini. E’ una gioia enorme che tante persone condividano il nostro spirito”. Uno spirito che riempie il cuore di Don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità che assiste i migranti: “Oggi Milano dimostra che l’accoglienza non è un seme di coesione sociale che contagia positivamente tutta la società”. “L’Italia non è e non è destinata a diventare un Paese razzista”, assicura Luigi Manconi, direttore dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della presidenza del Consiglio dei ministri, non nascondendo però i pericoli. “I razzisti esistono, gli atti di intolleranza crescono, così come l’ostilità verso gli stranieri da parte di strati popolari provati e mortificati dalla crisi economico sociale: una intolleranza – spiega – spesso assecondata e addirittura incentivata da settori della classe politica”. Milano dimostra che una luce splende. “Nella società italiana è presente una forte disponibilità alla convivenza pacifica con i 5 milioni e 200mila stranieri regolari e con i 900mila minori presenti nelle nostre scuole. E’ ancora sotterranea e fatica a emergere, ma bisogna sostenere questo rifiuto dell’intolleranza”.

Il mondo della politica

Tanti i volti della politica che non sono voluti mancare all’appuntamento e sfilano nel lungo serpentone accompagnato da una decina di carri musicali, fra cui quello dedicato alla legge Pillon e all’omofobia (dei Sentinelli) e quello a forma di barcone di volontari e sostenitori delle ong Mediterranea, Open Arms e Sea Watch. In corteo la giunta e i consiglieri comunali, l’ex sindaco Giuliano Pisapia, Pier Luigi Bersani, i presidenti di Toscana e Lazio, Enrico Rossi, il segretario generale Uil Carmelo Barbagallo e l’aggiunto della Cisl Luigi Sbarra, Sergio Cofferati.

I volti dello spettacolo

Decine di volti del mondo dello spettacolo e della cultura: fra loro, Malika Ayane, Silvio Soldini, Giobbe Covatta, Claudio Bisio, Luca Bigazzi, Amelia Monti, Lella Costa. Ma il grosso, sono i cittadini, giovani e anziani, single e famiglie. C’è anche Ornella Vanoni: “Perché tutto questo odio? – chiede – Spero che questa piazza abbia un senso, siamo qui per dire che non siamo razzisti. Una città importante come Milano deve diventare multietnica come lo sono Parigi e New York”.

REPUBBLICA.IT

2 marzo 2019

 

 

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