Il 10 giugno di 80 anni fa. E oggi?
Piero Piraccini
Il 10 giugno di 80 anni fa Benito Mussolini annunciava l’entrata in guerra dell’Italia. Poi l’indicibile e le bombe atomiche. Oggi la cifra che spendiamo per le armi nucleari è ancora altissima .. ma mancano i posti in terapia intensiva!
Il 10 giugno di 80 anni fa, e fu l’indicibile.
Si legge che facesse molto caldo in Romagna, quel 10 giugno di 80 anni fa. La Gazzetta dello Sport riportava in prima pagina: “Il coscritto Fausto Coppi è il vincitore del 28° Giro d’Italia che, nel doppio segno della giovinezza e della tradizione, ha recato alle folle sportive d’Italia la testimonianza della gagliardia e della serenità della Patria in armi”.
Fin dalle prime ore del mattino, però, non era Coppi il personaggio di cui si parlava, ma Benito Mussolini che alle 18 avrebbe parlato agli Italiani per pronunciare parole che già tanti presagivano. E lui, a modo suo, non li deluse. Tronfio, affacciato al balcone di Palazzo Venezia a Roma, scandì settecento parole (c’è chi le ha contate): “Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente. (…) Mi serve qualche migliaio di morti per sedermi al tavolo delle trattative. (…) Popolo italiano corri alle armi. La parola d’ordine: Vincere!”, mentre dalla folla – lo riportano i filmati d’epoca – salivano grida di entusiasmo accompagnati da lacrime (di commozione o per il ricordo della guerra finita alcuni decenni prima?) e si esibivano cartelli inneggianti alla Germania e irridenti alla Francia e all’Inghilterra. Al mattino del giorno dopo, code davanti alle salumerie e alle drogherie perché la guerra – si sapeva – non poteva essere di breve durata. E allora, con i pochi soldi a disposizione, una gran corsa a procurarsi delle scorte per la paura della fame.
Galeazzo Ciano, ministro degli esteri e genero del Duce, annotava nel suo Diario: “ L’avventura comincia. Che Dio assista l’Italia”. E che Dio l’avrebbe assistita era convinzione di tanti del mondo cattolico (accettazione da parte di qualcuno, rifiuto da parte di altri) perché era la voce della patria quella che urlava tracotante da quel balcone, e alla legittima autorità si doveva essere fedeli. E fu così “che i cristiani, al pari di altri, si resero responsabili del più grande crimine collettivo della storia, preparati da tutte le cattedre a partecipare a quel crimine, senza la capacità nemmeno interiore di opporsi e senza la capacità di pentirsi”. (E. Balducci).
Poi, si sa quello che successe: la seconda guerra mondiale. L’indicibile ha mostrato le sue sembianze coi campi di sterminio e con la bomba atomica. Delle due parti in lotta, una aveva indubbiamente dalla sua la forza della ragione, ma a Norimberga lei che sedeva come giudice dei criminali di Auschwitz, era la stessa che aveva commesso il crimine di Hiroshima.
E adesso, questa cifra: 138.699 dollari. E’ la spesa che ogni minuto (!) il mondo riserva alle armi nucleari. Lo dice il Rapporto pubblicato dal Nobel per la pace ICAN, la coalizione di organizzazioni non Governative (ONG) che promuove l’attuazione del trattato di divieto delle armi nucleari firmato all’ONU nel 2017 da parte di 122 Paesi. Divieto di sviluppo, produzione, fabbricazione, possesso. Per entrare in vigore servono 50 ratifiche: oggi sono 36. L’Italia non ha neppure partecipato al negoziato.
Infine, queste parole: “In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l’altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi”. E’ il Giuramento di Ippocrate al quale sono rimasti fedeli i 165 medici (ma anche gli infermieri) morti a seguito del coronavirus, contagiati perché privi delle protezioni necessarie.
Chi poteva scegliere, aveva indirizzato le scarse risorse per altri acquisti. Chi doveva scegliere, sembra che a volte abbia riservato le cure possibili alle persone più giovani lasciando al loro destino di morte le persone più anziane. I posti per terapie intensive approntati, infatti, erano insufficienti: il loro costo sarebbe stato troppo elevato. E questo è successo e sta succedendo in tutto il mondo, mentre un minuto di armi nucleari equivale a 2 posti per terapie intensive.
Mentre, nonostante gli sforzi di ogni governo, il prodotto del coronavirus sarà la povertà di milioni di persone. Che ne sarà quando il grido della loro collera salirà fino al cielo?
Piero Piraccini
8 giugno 2020