Walzer (libico) per Bashir
Duilio Giammaria
La voce di Bashir e dei giovani rivoltosi disillusi è certamente quella più genuina che esprime insieme a quelle dei giovani tunisini preoccupati della vittoria del partito islamisya Ennada, il vero spirito delle rivolte arabe.
Ho passato quattro mesi a Tripoli, prima durante la guerra, poi alla caduta di Tripoli. Posso dunque dire di aver capito alcune cose del conflitto libico, che sin'ora vedo poco rappresentate. Un esempio: L'altro giorno mi ha chiamato Bashir (nome fittizio per coprire l'anonimato) per dirmi che è molto preoccupato. Lui stesso ha partecipato alla rivolta, ha rischiato la vita molte volte per condurci a incontrare i rivoltosi nei quartieri caldi di Tripoli. Era una sorta di ufficiale di collegamento tra i partigiani rivoltosi e la stampa internazionale. Durante le fasi più difficili si riuniva insieme ad un gruppo di giovani amici a pensare al futuro del suo paese.
Insomma Bashir appartiene pienamente e legittimamente alla nuova Libia. Eppure non è affatto contento di come stiano andando le cose. "Solo pochissimi dei nuovi esponenti politici di primo piano, hanno un profilo da statista. Quasi tutti sono lì a guadagnare posizione di privilegio e guadagni illeciti". "Abbiamo buttato giù Gheddafi, ma sono pronti in molti a prendere il suo posto".
Insomma un quadro piuttosto fosco. La voce di Bashir e dei giovani rivoltosi disillusi è certamente quella più genuina che esprime insieme a quelle dei giovani tunisini preoccupati della vittoria del partito islamisya Ennada, il vero spirito delle rivolte arabe. Il rischio che le voci come quella di Bashir non trovino spazio nei nuovi equilibri e che il ruolo "opportunistico" del Qatar i cui soldi hanno giocato molto nella vittoria di Ennada in Tunisia, e stanno giocando un ruolo anche in Libia, rischiano di immettere un grave elemento di distorsione in un sistema democratico che fa i suoi primi passi .
Fonte: www.articolo21.org
3o Ottobre 2011