Voto su Yemen alla Camera: stop all’uso delle armi italiane!
Rete Italiana per il Disarmo
Approvata mozione di maggioranza per il blocco immediato delle esportazioni di bombe e missili ai due Paesi coinvolti nel drammatico conflitto in Yemen, con richiesta al Governo di attivarsi per un embargo europeo.
Voto su Yemen alla Camera:
ora Governo blocchi le armi destinate ad Arabia Saudita ed Emirati Arabi
Approvata mozione di maggioranza per il blocco immediato delle esportazioni di bombe e missili ai due Paesi coinvolti nel drammatico conflitto in Yemen, con richiesta al Governo di attivarsi per un embargo europeo. Respinte le mozioni di minoranza che chiedevano in maniera più netta e completa lo stop a tutte le forniture militari. Lo società civile italiana esprime apprezzamento per questo primo passo positivo e vigilerà per l’applicazione concreta degli indirizzi votati dal Parlamento.
È stata approvata questa mattina dall’aula di Montecitorio della Camera dei Deputati la Mozione presentata dalla maggioranza di Governo sul conflitto in Yemen a seguito del dibattito stimolato dalla presentazione di diversi testi da parte di tutti i gruppi parlamentari. Nel testo approvato si impegna l’esecutivo ad “adottare gli atti necessari a sospendere le esportazioni di bombe d’aereo e missili che possono essere utilizzati per colpire la popolazione civile e loro componentistica verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sino a quando non vi saranno sviluppi concreti nel processo di pace con lo Yemen“.
La società civile italiana che da anni lavora per fermare il conflitto yemenita, e quindi l’invio di armi destinate ad alimentarlo, accoglie come primo passo positivo il testo approvato con il parere favorevole del Governo. Nella parte dispositiva di tale testo si prevede infatti un impegno non solo a proseguire nel sostegno alle azioni diplomatiche internazionali e alle iniziative umanitarie coordinate dalle Nazioni Unite, ma anche a valutare l’avvio la realizzazione di iniziative per l’adozione di un embargo sulla vendita di armamenti ad Arabia Saudita ed Emirati Arabi da parte dell’Unione Europea oltre che per la già citata sospensione dell’esportazione dall’Italia di bombe d’aereo e missili. Tutti questi impegni vanno nella direzione delle richieste da tempo avanzate dalla società civile italiana ed internazionale, anche con le mozioni approvate da diversi comuni italiani seguendo l’esempio della città di Assisi, ed è per questo che vigileremo da oggi in poi affinché il Governo rispetti nel concreto gli impegni votati oggi dal Parlamento.
Sono state invece respinte le Mozioni di minoranza, tutte con parere sfavorevole del Governo, che nei loro testi prevedevano in maniera più esplicita e netta lo stop a tutte le forniture militari italiane indipendentemente dalla tipologia di armamento. Tali Mozioni (che come detto hanno avuto il merito di stimolare il dibattito e che hanno visto esprimere posizioni simili indipendentemente dalla provenienza partitica) prevedevano inoltre un impegno diretto a sostenere, anche con fondi, i processi di riconversione produttiva dell’industria militare. Elemento importante inizialmente previsto anche dalla Mozione di maggioranza ma che è stato all’ultimo minuto eliminato dal testo originale, decisione di cui ci rammarichiamo e che consideriamo negativa. Così come riteniamo non sufficiente il richiamo al sostegno di processi diplomatici e di intervento umanitario a fronte del fatto che le risorse e i fondi per porre sollievo alle condizioni della popolazione siano non solo da confermare ma semmai da aumentare (come richiesto da tempo dalle nostre organizzazioni).
L’importanza del dibattito odierno risiede anche nella serie di considerazioni e valutazioni espresse negli interventi di tutti i deputati che hanno chiesto la parola: nessuno ha potuto negare la gravità della situazione attuale del conflitto Yemenita e dei suoi impatti sulla popolazione civile e tutti hanno sottolineato come azioni concrete anche dall’Italia siano urgenti e non più rimandabili e che dunque fosse necessario votare impegni precisi anche relativamente al commercio di armamenti (elemento non toccato nel dibattito avvenuto sempre alla Camera nel 2017).
Il conflitto in Yemen non potrà essere risolto solo dall’Italia e non dipende di certo solo dalle armi prodotte in Italia, ma al nostro Paese è chiesto di prendersi per proprie responsabilità politiche e morali per una soluzione positiva della crisi.
Ribadiamo dunque la nostra piena attenzione a quelli che saranno sviluppi futuri a seguito delle votazioni odierne, in particolare per quanto riguarda la richiesta di un percorso concreto verso un embargo europeo e sulla sospensione delle esportazioni (che per noi significano lo stop a nuove spedizioni, non solo a nuove autorizzazioni) di bombe e missili (punto che a nostro parere si dovrebbe allargare a tutti i sistemi d’arma e a tutti i Paesi coinvolti nel conflitto, non solo ad Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti).
Il nostro lavoro non si ferma oggi ma prosegue, grazie anche al sostegno di decine di migliaia di cittadini che hanno condiviso e rilanciato le nostre azioni e campagne.
26 giugno 2019
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