Via libera al disegno di legge che regola le intercettazioni


Federazione Nazionale della Stampa Italiana


Intercettazioni, il ministro Alfano: “Sistema degenerato, 3 anni di carcere per i giornalisti”. Siddi: “Giunta straordinaria con l’Ordine e l’Unione cronisti. Giornalisti mobilitati: il Parlamento modifichi il disegno di legge”. L’Anm lancia l’allarme.


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Via libera al disegno di legge che regola le intercettazioni

Via libera all'unanimità del Consiglio dei ministri, al disegno di legge che regola le intercettazioni.
Riunione straordinaria della Giunta della Fnsi convocata d’urgenza per martedì 17 giugno.

Via libera all'unanimità del Consiglio dei ministri, ''in un clima di grandissima concordia'', al disegno di legge che regola le intercettazioni.
Ad esporre il provvedimento in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che parla di un sistema che ''era degenerato, con la privacy dei cittadini troppe volte violata''.
Il testo, spiega Alfano, limita a 3 mesi la durata delle intercettazioni, eleva a 10 anni la soglia punitiva oltre la quale è prevista l'intercettabilità, con una deroga per reati contro la pubblica amministrazione che prevedono una pena non inferiore nel massimo a 5 anni, per i reati di mafia, terrorismo ed in ''tutti quelli di grandissimo allarme sociale''. Ci sarà inoltre la valutazione di un organo collegiale, di un tribunale e non di un singolo soggetto, per decidere l'autorizzazione ad intercettare. Si stabilisce infine l'inutilizzabilità delle intercettazioni prese in un procedimento nel corso di un altro processo.
Capitolo pene: i giornalisti che pubblicano intercettazioni coperte da segreto rischiano da uno a tre anni di carcere. Ma ovviamente, precisa il Guardasigilli, ''non si tratta di pene che possano comportare la custodia in carcere''.
Le norme valgono per il futuro, non per i procedimenti in corso.
Ora dalle Camere, prosegue il ministro, ''ci attendiamo un contributo propositivo e costruttivo. Molte norme – ricorda – sono coerenti con la filosofia del ddl Mastella''. Il provvedimento, inoltre, sottolinea, ''risponde alla prerogativa che la Costituzione assegna ai cittadini relativamente alla difesa della propria privacy ed ha la piena copertura europea, perchè anche la Convenzione europea per i diritti dell'uomo, nel riconoscere l'inviolabilità diritto privacy, fissa requisiti per garantirne la protezione''.
Il ddl, secondo Alfano, non creerà problemi ai magistrati.
''Sono convinto – spiega – che nell'enfatizzare in modo eccessivo il rilievo delle intercettazioni si fa un torto alla magistratura. Non credo sia corretto dire che i magistrati stiano sempre con le cuffie alle orecchie per ascoltare e da lì avviino le indagini. La magistratura potrà continuare a fare il proprio lavoro con efficacia con la conseguenza positiva per i cittadini che vedranno tutelata loro privacy''. (ANSA)

Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato:

“Le nostre posizioni sui provvedimenti che limitano il diritto di cronaca non sono mai cambiate. Già da ora cominciamo a dire al Parlamento e al Governo che noi non siamo mai stati, e saremo, a sostegno degli spioni ma siamo e saremo sempre rispettosi del lavoro della magistratura. Non vogliamo la devastazione delle persone ma esigiamo di far conoscere alla pubblica opinione le notizie che contano affinché si formi una libera consapevolezza dei problemi. Il disegno di legge, anziché il decreto, speriamo consenta al Parlamento di avviare una profonda revisione del provvedimento licenziato oggi dal Governo anche perché vistosamente contrario alle convenzioni internazionali.
Le novità del disegno di legge su intercettazioni e le sanzioni ai giornalisti che ne pubblichino i testi, nonché le conseguenti iniziative della categoria, saranno valutate nel corso di una riunione straordinaria della giunta della Fnsi convocata d’urgenza per martedì 17 giugno alla quale hanno assicurato la loro presenza il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Lorenzo Del Boca e il presidente dell’Unione nazionale cronisti, Guido Columba”.

L'ANM LANCIA L'ALLARME: "'FUORI' REATI GRAVISSIMI"

I vertici dell'Anm rispettano "le scelte della politica", ma a proposito del ddl intercettazioni lanciano l'allarme: "con le nuove norme questo importante strumento investigativo non potrà più essere usato per reati di grave allarme sociale come il furto in appartamento, la rapina, lo sfruttamento della prostituzione, il sequestro non a scopo estorsivo, come ad esempio la zingarella che rapisce un bambino…". Il giorno stesso dell'approvazione da parte del Consiglio dei ministri del disegno di legge sulle intercettazioni, una delegazione dell'Anm guidata dal presidente Luca Palamara, dal segretario Giuseppe Cascini e dal vice segretario Anna Canepa viene ricevuta dal presidente della Camera Gianfranco Fini. Lo scopo è quello di illustrare alla terza carica dello Stato le linee di intervento e le priorità che la magistratura indica per risolvere i gravi problemi del mondo giudiziario, ma visto che la questione intercettazioni è di estrema attualità, un commento anche sul ddl del governo non poteva mancare.
"Grande rispetto per le scelte della politica – spiega Palamara ai cronisti lasciando lo studio del presidente della Camera – Da parte nostra, infatti, arriveranno solo osservazioni. Ma rivendichiamo l'importanza e l'indispensabilità delle intercettazioni che sono state insostituibili nelle indagini su gravi reati come quelli che si compiono in contesti omertosi". "E' ovvio – aggiunge Palamara – che noi vogliamo l'uso e non l'abuso delle intercettazioni. Pertanto deve essere dovere del magistrato che non vengano pubblicate". Pertanto condivide che vengano previste pene consistenti (5 anni) anche per gli operatori della giustizia che divulgano atti e documenti di cui sia vietata la pubblicazione. Ma il ddl, così come è stato approvato dal Cdm ("per quello che si conosce del testo"), rende impossibile ricorrere alle intercettazioni in indagini su reati "di grave allarme sociale come, ad esempio, la rapina; il furto in appartamento; il sequestro non a scopo estorsivo, come il caso della zingarella che rapisce una bambina; lo sfruttamento della prostituzione" a meno che, sottolinea Anna Canepa, non si ricorra sempre all'iper-imputazione ipotizzando cioé, accanto a questi reati, la fattispecie dell'associazione per delinquere. In più in molti Tribunali, osserva Cascini, non ci sono abbastanza magistrati per creare quei collegi di giudici necessari ad autorizzare le intercettazioni. Ma non sono neanche sufficienti, incalza Anna Canepa, i tre mesi fissati dal ddl come termine massimo di durata delle intercettazioni. "Sono riuscita a far arrestare grossissimi trafficanti di droga solo dopo un anno di ascolti" spiega la vice-segretaria dell'Anm. Tre mesi improrogabili, sono tutti d'accordo, sono davvero troppo pochi. (ANSA)

ANM: "COSTI DELLE INTERCETTAZIONI ABBATTUTI DA 108 A 5 EURO"

"La spesa per le intercettazioni è stata drasticamente abbattuta ed è passata da 108 euro al giorno a 5 euro per ogni utenza intercettata: quello delle spese delle captazioni è un finto problema". Lo sottolinea il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Luca Palamara. In particolare, Palamara spiega che "la Procura di Roma ha avviato una sperimentazione, ormai conclusa, per ridurre i costi delle intercettazioni. Il progetto è partito dal 2001 e i risultati sono stati consegnati al Ministero della Giustizia quando ancora c'era il ministro Mastella. Abbiamo abbattuto i costi del gestore e i risultati raggiunti a Roma sono esportabili in tutte le altre procure e dimostrano che la polemica sui costi delle intercettazioni è pretestuosa". (ANSA)

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