Vent’anni fa l’omicidio del giudice Scopelliti
Gruppo Abele
Don Ciotti: “Era lui il vero uomo d’onore”. Sono passati vent’anni, vent’anni senza ancora un colpevole, vent’anni d’interrogativi, assoluzioni, domande che restano ancora senza risposta.
Era il 9 agosto 1991 quando, a Campo Piale, provincia di Reggio Calabria, veniva ucciso dalla 'ndrangheta Antonino Scopelliti, giudice, Procuratore generale della Corte d'appello e sostituto procuratore della Corte di Cassazione. "Un uomo d'onore", l'ha definito don Luigi Ciotti nella celebrazione tenutasi a Reggio martedì scorso, rovesciando il significato di un'espressione troppo abusata da cosche e malavita. "Era Antonino – ha detto don Ciotti ai familiari del giudice e a tutte le persone che riempivano la cattedrale di Reggio Calabria per la messa in ricordo di Scopelliti – il vero uomo d'onore, il vero giusto. Cercava la verità, cercava giustizia, non si è mai lasciato piegare dalle difficoltà e ha vissuto la propria professionalità al totale, completo servizio del bene comune". Al termine della messa don Ciotti ha abbracciato Rosanna, la figlia di Scopelliti. "Quello che credevano di distruggere oggi è più vivo che mai. Nelle carezze, nei baci, nei sorrisi di mio padre, che nessuno e niente mai potrà portarmi via". E che Antonino Scopelliti fosse (e sia) ancora vivo, presente, autentico "uomo d'onore", era ben chiaro nei volti dei sindaci presenti alla cerimonia, in quelli dei cittadini di Campo Piale e di Reggio, in quelli dei giovani dell'associazione "Ammazzateci tutti" e di altre associazioni arrivate a Reggio da tutta Italia per ricordare il giudice e trasformare in impegno la memoria della sua morte. "Il sangue dei martiri feconda la terra – ha detto Rosanna ricordando suo papà – e ne fa nascere i frutti e i fiori più belli".
Fonte: http://www.gruppoabele.org/
11 Agosto 2011