Venerdì di sangue in Siria e Yemen
il Manifesto
Violenti scontri a Daraa, la città del sud della Siria epicentro della protesta contro il regime di Bashar Al Assad. Ancora morti.
Violenti scontri a Daraa, la città del sud della Siria epicentro della protesta contro il regime di Bashar Al Assad. Secondo testimoni citati da Al Jazeera, 30 civili sono stati uccisi da agenti in borghese delle forze di sicurezza. Per la tv agenti in abiti civili hanno sparato dal cavalcavia che collega la parte vecchia di Daraa al quartiere al Mahatta, dove si trova la stazione ferroviaria. La televisione di Stato ha dato notizia di 19 uomini delle forze dell'ordine uccisi e di 75 feriti. Le proteste, con diverse migliaia di persone, si sono allargate anche a Homs (due morti), ai sobborghi di Damasco (Kfar Suse, Daraya e Harasta) e a Hama.Circa duemila persone hanno manifestato anche ad Aleppo. Ieri però i primi a scendere in piazza sono stati i curdi, che pure due giorni fa in gran parte avevano ottenuto la naturalizzazione che reclamano dal 1962 (quando vennero esclusi dal censimento), in particolare a Qamishli e Amuda, cittadine lungo i confini con Turchia e Iraq. I manifestanti curdi sono usciti dalle moschee scandendo slogan «per la libertà» e «l'unitàdella Siria». Resta perciò sotto pressione Bashar Assad che nei giorni scorsi, allo scopo di garantirsi la pace sociale, aveva lanciato segnali di disponibilità agli islamisti sunniti, nemici del regime «alawita» (la setta sciita alla quale appartiene la famiglia Assad). Intanto nello Yemen non cede il presidente Ali Abullah Saleh, nonostante una nuova prova di forza delle opposizioni che hanno portato in piazza nella capitale Sanaa centinaia di migliaia di persone prima della preghiera del venerdì. Due persone sono state uccise e decine sono rimaste ferite a Taiz, a sud della capitale Sana'a, dove le forze dell'ordine sono intervenute aprendo il fuoco per disperdere una manifestazione antigovernativa.
Anche in Egitto la polizia militare egiziana ha sparato alcuni colpi di pistola in aria per disperdere un centinaio di manifestanti che si trovava ancora in piazza Tahrir, al Cairo, all'indomani della giornata 'del processo e della purificazione’. Alcuni veicoli in fiamme sono sul lato della piazza vicino al palazzo della Lega araba e stanno provocando una fitta colonna di fumo che sovrasta la piazza. Secondo i manifestanti, inoltre, l'esercito ha cominciato a sparare per disperdere la folla che è rimasta sulla grande piazza simbolo della rivoluzione anti Mubarak anche dopo l'inizio del coprifuoco alle 2 del mattino ora locale, in seguito alla grande manifestazione di venerdì nella quale è stato chiesto un processo rapido all'ex rais e alla sua famiglia.
Fonte: il Manifesto
9 aprile 2011