Vaticano: no alle ronde, manca stato di diritto
Ansa
Il Vaticano boccia l’ultimo decreto del governo sulla sicurezza, e in particolare l’idea delle ronde di volontari riproposte in funzione antistrupro, e anche il prolungamento dei tempi di permanenza degli irregolari nei centri di identificazione.
Il Vaticano boccia l'ultimo decreto del governo sulla sicurezza, e in particolare l'idea delle ronde di volontari riproposte in funzione antistrupro, e anche il prolungamento dei tempi di permanenza degli irregolari nei centri di identificazione (Cie). Appena due giorni fa il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi aveva sottolineato l'"identita' di vedute" con il Vaticano, riferendosi soprattutto alla politica internazionale ma anche, implicitamente, alla bioetica. Su sicurezza e immigrazione, pero', la distanza sembra aumentare.
L'istituzione delle ronde di volontari a tutela della sicurezza nelle citta' "rappresenta una abdicazione dello Stato di diritto", ha commentato oggi all'Ansa il segretario del pontificio consiglio dei Migranti, mons. Agostino Marchetto, aggiungendo che "quella dei volontari civili non e' la strada da percorrere" nella tutela della sicurezza che, per il Vaticano, "spetta sempre alle autorita' costituite". Il pericolo che le ronde scatenino una incontrollabile caccia al clandestino e alimentino un clima di intolleranza preoccupa profondamente il Vaticano, secondo il quale – dice Marchetto – "e' bene dare ai cittadini la possibilita' di dare un contributo ad aumentare la
sicurezza delle loro citta', ma se questo serve ad alimentare un clima di criminalizzazione dei migranti, certamente questo non trova il consenso della Chiesa".
E il fatto che il decreto legge introduca un "ruolo prevalente" per ex appartenenti alle forze dell'ordine ed escluda l'uso di armi, non cambia la posizione dell'esponente della Santa Sede. "Cercano cosi' di far passare una norma che aveva gia' sollevato critiche, anche da parte del capo dello Stato". Ronde a parte, il Vaticano ribadisce le critiche nei confronti dell'invito rivolto dal governo a medici e ospedali affinche' denuncino i clandestini, e guarda con allarme al prolungamento dei tempi di permanenza nei Cie.
"Se gli irregolari si fanno prendere dalla paura – avverte mons. Marchetto –
perderanno la fiducia e, non conoscendo i propri diritti, potrebbero preferire non curarsi, o favorire la creazione di strutture illegali". E, piu' in generale, "criminalizzare le migrazioni irregolari e trattarle come reati comuni significa non riconoscere il diritto ad emigrare" – sottolinea Marchetto – ricordando come questo sia invece tutelato dalla dichiarazione sui diritti umani e difeso dalla dottrina della Chiesa. Convinzioni che invitano ad una maggiore "moderazione" spiega il presidente del Pontificio consiglio per i migranti, che plaude comunque alle parole pronunciate oggi dal presidente della Camera Gianfranco Fini contro l'equazione
"immigrati-criminali". Che non bastano, pero', a bilanciare l'effetto di provvedimenti che rischiano, secondo la Chiesa, di esacerbare paure e intolleranze. "Il clima che si respira nel nostro Paese – denuncia il servizio dei gesuiti per i rifugiati in Italia – e' sempre piu' teso.
Crescono gli episodi di intolleranza e xenofobia, ma soprattutto le frasi fatte, gli insulti sugli autobus, l'insofferenza verso il diverso", confortate – rimproverano – dalle "dichiarazioni ad effetto di alcuni politici".
Fonte: Ansa.it