Vanessa e Greta, quanta ignoranza negli insulti alle due volontarie
Sabrina Ancarola
La percezione che alcuni italiani hanno della Siria è di una nazione felice che ad un certo punto è stata invasa da terroristi tagliagole. Gli stessi italiani che in questi giorni hanno di nuovo vomitato il loro odio, condito da ignoranza, contro Greta Ramelli e Vanessa Marzullo.
Sono passati quasi 4 anni dall’inizio del conflitto in Siria, 200.000 le persone uccise, ad oggi avere un quadro obbiettivo della situazione di questa nazione è alquanto difficile. Nell’anno appena trascorso le vittime, secondo l’Osservatorio dei Diritti Umani Siriano, sono state 76.021. L’UNHCR ha stimato che ci siano 7,2 milioni di profughi siriani interni e 3,3 rifugiati all’estero, 1,9 milioni di sfollati interni in Iraq e 190.000 espatriati, dei 13,6 milioni di sfollati in Siria e in Iraq molti non hanno né cibo né casa. La Siria non è un paese lontano, ma la percezione che alcuni italiani hanno di questo paese è quella di una nazione felice che ad un certo punto è stata invasa da terroristi tagliagole il cui unico scopo è quello di sterminare quante più persone possibili e sottomettere le donne.
Gli stessi italiani che in questi giorni hanno di nuovo vomitato il loro odio, condito da ignoranza, contro Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due giovani volontarie italiane rapite in Siria il 31 Luglio 2014.
La Siria è un paese dove fino a pochi anni fa si lavorava, i bambini frequentavano le scuole, gli ospedali non erano stati bombardati e si veniva incarcerati se si esprimevano posizioni contro la politica della famiglia degli al-Assad, se si faceva parte della minoranza curda o se si difendevano i diritti umani denunciando i soprusi del regime. Nel Marzo 2011 la repressione contro chi manifestava in opposizione al governo è stata violenta tanto da innescare reazioni in tutto il paese e diventare poi una vera e propria guerra civile. In questo lasso di tempo la Siria è stata lasciata a sé stessa, non c’è stato alcun intervento dell’Onu e si sono infiltrati nel paese diversi gruppi terroristici. Sono state le persone comuni le maggiori vittime dei bombardamenti e degli scontri armati: uccise, torturate, ferite, sfollate. Persone a cui mancano i più basilari mezzi di sostentamento, persone che rischiano la vita restando su un territorio di guerra o rischiano la vita cercando di fuggirvi.
In questi anni ho potuto osservare organizzazioni umanitarie piccole e grandi che si sono spese per diffondere le notizie riguardo questa catastrofe umanitaria, ho conosciuto volontari che non hanno lesinato le loro energie per cercare di portare aiuti in Siria e nei paesi confinanti che ospitano i profughi. Non è stato aperto alcun corridoio umanitario, gli intrecci della politica internazionale, così fragili, non hanno offerto alcuna mediazione fra le parti e la violenza ha continuato, in modo sempre più crescente, a farla da padrona.
Essere obbiettivi riguardo la Siria è difficile, onestamente non ho conoscenze tali che mi permettano di avere un quadro oggettivo della situazione, la morte, la distruzione delle persone e delle future generazioni siriane sono però una tragica certezza su cui dovremmo riflettere. Greta Ramelli e Vanessa Marzullo erano andate in Siria con l’intenzione di portare conforto ad una popolazione duramente ferita proprio mentre qua, in Italia, alcune persone egoiste e abbrutite dall’odio inneggiavano agli affondamenti dei barconi dei migranti. In questi ultimi giorni è stato diffuso un video in cui le ragazze rapite chiedevano aiuto al governo italiano per il loro rilascio, i commenti da parte di alcuni nostri concittadini italiani sono stati deliranti. Fra i commenti meno duri ricorre spesso la frase “avrebbero dovuto aiutare gli italiani e non andare in una zona di guerra”. Mi viene da pensare che noi italiani la guerra non ce la ricordiamo proprio e che molti di questi commentatori non facciano assolutamente niente per aiutare il loro prossimo. Inoltre sulla vicenda osservo spesso il susseguirsi di critiche volgari e sessiste, persone che vaneggiano rigurgitando tutto il loro livore su queste due giovani donne ree di aver cercato di portare assistenza a chi soffre, persone che dicono di fregarsene delle due ragazze e intanto come veri e propri sciacalli “sfruttano” la notizia per raccattare like e diffondere notizie false.
Leggendo alcuni di questi commenti mi torna ancora una volta in mente il motto di Don Milani “I Care” (m’importa, mi sta a cuore) nato in contrapposizione al motto fascista “me ne frego”.
Non conosco Greta e Vanessa, ma spero con tutto il cuore che la vicenda si concluda con la loro liberazione il prima possibile, mi auguro che insieme a loro venga liberato anche Padre Paolo Dall’Oglio di cui non si hanno più notizie dal luglio del 2013. Spero inoltre che venga liberato anche Giovanni Lo Porto, cooperante palermitano rapito in Pakistan nel Gennaio 2012. I Care.