Usa, trionfo repubblicano alla Camera. Il Senato resta in mano ai democratici


lastampa.it


I Tea Party, l’ala piu’ radicale del Partito Repubblicano, hanno registrato in queste ore le prime significative vittorie. Appello di Obama ai rivali: «Collaboriamo per l’economia».


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Usa, trionfo repubblicano alla Camera. Il Senato resta in mano ai democratici

I Repubblicani conquistano la Camera dei Rappresentanti, ma l’onda del Tea Party non è sufficiente a ridare al Gop anche il controllo del Senato, rimasto in mano ai Democratici: questo in sintesi il risultato delle elezioni di metà mandato svoltesi ieri negli Stati Uniti, una sconfitta non meno dolorosa ancorché prevista per la Casa Bianca. Seppure infatti non del tutto «lame duck» (anatra zoppa, come viene definito un Presidente che non ha l’appoggio del Congresso) Barack Obama dovrà verosimilmente cambiare le priorità della sua Amministrazione: energia, cambiamenti climatici, immigrazione o istruzione non avranno possibilità di successo parlamentare senza prima un accordo con un Partito Repubblicano che nei primi due anni del mandato ha fatto di tutto per ostacolare le politiche della Casa Bianca.

A scrutinio quasi completato i Repubblicani hanno ora 229 seggi (su 435) alla Camera e i candidati del Gop sono in vantaggio in altri 14 circoscrizioni: uno scarto che alla fine dovrebbe aggirarsi sui 50 seggi; al Senato invece servivano ai Repubblicani dieci nuovi seggi per ottenere la maggioranza, che dovrebbe rimanere ai Democratici sia pure per soli tre seggi: secondo le stime questi ultimi conterebbero 50 senatori contro i 47 del Gop e tre indipendenti. «Speriamo ora che Obama voglia rispettare la volontà della maggioranza degli americani, cambiare rotta e impegnarsi per le riforme che gli americani chiedono», ha dichiarato il futuro presidente della Camera dei rappresentanti, John Boehner, che ha ricevuto la telefonata di congratulazioni da Obama: riforme che si riassumerebbero in tagli alla spesa pubblica e stimoli all’occupazione.

In attesa del bilancio della situazione che lo stesso Obama farà in conferenza stampa alle 18 ora italiana, il verdetto è che l’elettorato statunitense si è spostato a destra, o almeno quello tradizionalmente conservatore; quanto alle categorie che avevano portato il Presidente alla storica vittoria del 2008 – giovani, donne, afroamericani e latinos – hanno scelto di non mobilitarsi, nonostante gli appelli degli ultimi giorni. Le uniche buone notizie per i Democratici – oltre alla vittoria di Harry Reid, che sconfigge la candidata del Tea Party Sharron Angle conservando il seggio al Senato, di cui resta presidente – è la vittoria in California, dove Jerry Brown succederà ad Arnold Schwarzenegger sulla poltrona di Governatore. Il Golden State ha anche celebrato inoltre un referendum sulla legalizzazione della marijuana, bocciato dagli elettori con il 57% dei voti contrari.

Fonte: lastampa.it

3 novembre 2010

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