Usa e alleati arabi attaccano Raqqa. Israele abbatte Sukhoi siriano
NEAR EAST NEWS AGENCY
Ai bombardamenti sulla capitale del “califfato” hanno preso parte anche Qatar e Arabia saudita, paesi accusati di sostenere il jihadismo in Siria.
Dopo l’Iraq gli Stati Uniti hanno attaccato postazioni e depositi di munizioni dello Stato Islamico a Raqqa, di fatto la capitale di quel “califfato” che l’emiro dello SI, Abu Bakr al Baghdadi, ha proclamato sui territori siriani e iracheni controllati dai suoi uomini. E lo hanno fatto in maniera massiccia, usando per la prima volta i caccia F22, i più costosi al mondo, e missili Tomahawk lanciati dalle navi da guerra. Sarebbero stati colpiti decine di obiettivi.
La Siria ha fatto sapere di essere stata informata dagli Stati Uniti dei raid. “Gli americani hanno informato il nostro ambasciatore alle Nazioni unite che sarebbero stati effettuati bombardamenti contro l’organizzazione terroristica Stato islamico a Raqqa”, ha detto il ministero degli esteri citato dalla tv di stato. Washington invece nega di aver avuto qualsiasi tipo di contatto con rappresentanti di Damasco.
E’ da notare che – non si sa se in forma simbolica o concreta – ai raid aerei e ai bombardamenti hanno preso parte forze militari di cinque paesi arabi: Bahrain, Giordania, Emirati, Arabia saudita e Qatar. Gli ultimi tre sono apertamente indicati dagli esperti come finanziatori – attraverso comuni cittadini – proprio dello SI e di altre formazioni jihadiste e qaediste che combattono in Siria e Iraq e responsabili di stragi di civili. La Giordania invece offre ospitalità ai programmi americani (e non solo) di addestramento dei “ribelli” anti Assad ed è ritenuta una via di transito delle armi che arrivano al Fronte Meridionale, una coalizione di decine di gruppi islamisti, tra i quali al Nusra, ossia il ramo siriano di al Qaeda.
Intanto stamani proprio sulle Alture del Golan occupate, un missile Patriot ha abbattuto un Sukhoi siriano che secondo Tel Aviv aveva violato lo spazio aereo israeliano. Damasco ha confermato la notizia. Non si conosce la sorte del pilota siriano.
23 settembre 2014