Un’assemblea pubblica contro il razzismo
Stefano Milani
Per dire no al razzismo e a tutte le forme di discriminazione che si stanno verificando negli ultimi tempi in Italia, una serie di associazioni stanno organizzando una grande assemblea prevista per metà giugno.
Una grande assemblea indetta per metà giugno come risposta al razzismo galoppante di questi ultimi giorni (vedi l’assalto al campo rom di Ponticelli e il raid contro negozi gestiti da immigrati al quartiere romano del Pigneto) e una campagna di sensibilizzazione nei confronti dell’opinione pubblica italiana che secondo i sondaggi darebbe un notevole consenso alle misure annunciate dal governo dopo l’approvazione del pacchetto sicurezza. La proposta è stata avanzata ieri nel corso di un’assemblea organizzata da molte associazioni di volontariato, terzo settore e sindacati. Arci, Acli, Antigone, Cgil, Cnca, Libera, Lunaria, Magistratura Democratica e Federazione rom e sinti, tutti riuniti alla cittadella dell’Altra economia di Roma per chiedere rispetto e diritti per gli immigrati e scongiurare “questo clima di caccia alle streghe”.
L’assemblea, ha spiegato Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell’Arci, si dovrebbe tenere in contemporanea con la discussione, in sede europea, della direttiva sulle espulsioni degli immigrati clandestini, un provvedimento che, insieme al pacchetto sicurezza varato dal governo, preoccupa tanto il mondo cattolico quanto quello laico hanno spiegato le associazioni. “Il nostro obiettivo – ha detto Miraglia – è tentare di contrastare questa ventata di intolleranza e razzismo che sta attraversando il nostro paese. Sappiamo che i cittadini non sono davvero razzisti ma le misure prese dal governo lo sono e noi le contrasteremo in tutti i modi”. Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, ha sottolineato che “le iniziative proposte servono a creare una rete nel segno del rispetto dei diritti di tutti, in un momento in cui a parole di odio si sommano provvedimenti e pratiche violente”. Oltre a ribadire con forza tutto il suo disappunto per questo pacchetto sicurezza “moralmente ingiusto, giuridicamente inaccettabile e socialmente intollerabile”.
E che va contro una recente sentenza della corte costituzionale secondo cui non è lecito prendere provvedimenti se non c’è un espresso segnale di pericolosità. A dirlo è Don Luigi Ciotti riferendosi in particolare al reato di immigrazione clandestina fortemente voluto da ministro dell’Interno Maroni ed inserito nel ddl. “Un reato contrario anche con quanto sancisce la dichiarazione universale dei diritti umani che prevede la libera circolazione delle persone da un paese all’altro”, ha precisato il presidente di Libera.
Quanto alla questione legata ai rom. Il presidente della Federazione rom e sinti insieme, Nazareno Guarnieri, ha tenuto a chiarire come queste minoranze siano intenzionate a partecipare attivamente a tutte le iniziative che verranno messe in campo per abbattere i pregiudizi e migliorare la convivenza tra le diverse etnie che popolano il nostro paese. “Ci siamo sempre stati ma poche volte abbiamo fatto sentire la nostra voce – ha sottolineato Guarnieri – ora vogliamo essere più attivi per prendere una posizione politica rispetto al pacchetto sicurezza e alla strumentalizzazione che è stata fatta della nostra immagine e della nostra presenza in Italia”.
Fonte: il Manifesto
28 maggio 2008