Una rete mondiale di donne per la lotta alla violenza femminile
Redattore Sociale
E’ la proposta avanzata dalla direttrice del Congresso islamico americano durante la Conferenza internazionale sulla violenza contro le donne, iniziativa della presidenza italiana del G8 in programma ieri e oggi a Roma.
ROMA – “Creare una rete mondiale di donne che combatta la violenza femminile in tutte le sue forme”. E’ questa la proposta avanzata da Zanaib Al-Suwaij, direttore del Congresso islamico americano, durante la Conferenza internazionale sulla violenza contro le donne, un’iniziativa organizzata dalla presidenza italiana del G8 e in programma oggi e domani a Roma nella sede del ministero degli Affari Esteri. Abusi in ambito familiare, stupri, molestie fisiche e psicologiche, percosse, delitti d’onore, mutilazioni genitali, matrimoni combinati in giovane età, stalking, tratta, prostituzione forzata, discriminazioni di genere: sono alcuni degli argomenti affrontati durante la sessione mattutina.
Ma anche il ruolo della volontà politica, dell’estremismo religioso, della cultura, della tradizione e dell’istruzione, non solo come cause della sottomissione sociale della donna ma come pilastri del cambiamento sono stati al centro del dibattito di questa mattina. Una svolta culturale che parte sì dalle convenzioni di diritto internazionale ma soprattutto dalla scuola, da piani strategici nazionali, da finanziamenti, da codici della famiglia (com’è accaduto in Marocco), da “leggi che criminalizzano la violenza contro le donne e dall’associazionismo femminile”, dice Samar Al Mogren, scrittrice e giornalista originaria dell’Arabia Saudita.
“La violenza contro le donne è un fenomeno trasversale a tutti i paesi e a tutte le classi sociali”, commenta Mufuliat Fijabi, rappresentante della ong nigeriana Baobab – in Francia ad esempio si stima che venga stuprata una donna ogni 10 minuti ed è sempre la donna a pagare il prezzo della società multietnica e delle migrazioni –, “ma che è più feroce in quei paesi dove le normative non vengono applicate per volontà politica”. In Algeria, ad esempio, “è nata l’Agenzia per la promozione delle donne ed è stato adottato un piano strategico nazionale che da qui al 2013 cerca di incentivare l’empowerment femminile, di prevenire gli abusi e di fornire assistenza in caso di violenza”, spiega il ministro della Famiglia e delle politiche di genere Saadia Nouara Djaaffar.
Fonte: Redattore Sociale
10 settembre 2009