Un palestinese vince nel nome della legalità. Storia di Khader


Riccardo Cristiano - Il Mondo di Annibale


Era detenuto da dicembre senza che un tribunale israeliano avesse ratificato il suo arresto, Khader Adnan da allora era in sciopero della fame. E ora Israele lo rilascia.


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Un palestinese vince nel nome della legalità. Storia di Khader

Della sua storia non si è parlato molto, e questo non sorprende. Serve il sangue in Medio Oriente per fare notizia. Quella di Khader Adnan invece è una storia che ha a che fare con il diritto. O, per dirla con le sue parole, con la dignità.
Da anni Adnan frequenta assiduamente le prigioni israeliane, ma i suoi numerosi arresti non sono mai stati avallati da un giudice. E' finito dietro le sbarre in virtù di quel lascito coloniale britannico che consente gli arresti amministrativi. L'esercito Israeliano se ne avvale nei confronti dei palestinesi. Se il fermo non è convalidato da un giudice, l'arresto amministrativo può durare sei mesi, ma poi può essere rinnovato, praticamente senza soluzione di continuità.
Gli arresti amministrativi di Khader Adnan sono cominciati anni fa, tanto che lui, sospettato di militare per il Jihad Islamico, ha dovuto lasciare gli studi universitari e tornare al suo villaggio, alla sua panetteria. Ma il 17 dicembre dello scorso anno è stato arrestato di nuovo. Arresto amministrativo.
Il giorno seguente Adnan ha informato il suo legale che avrebbe cominciato lo sciopero della fame. Gli ha detto, "io amo la vita, per questo ho deciso di cominciare lo sciopero della fame e di andare avanti fino alla fine, perché una vita vissuta senza dignità non è vita." Il suo sciopero è proseguito ininterrottamente dal 18 dicembre fino ad oggi. Khader Adnan ha perso il 40% del suo peso, ma ha vinto. Il tribunale israeliano competente ha disposto, in assenza di una convalida giudiziaria dei motivi per cui è stato disposto il suo arresto, che il 17 aprile, al termine dei quattro mesi di arresti amministrativi, dovrà essere rilasciato. E lui ha posto fine allo sciopero della fame.
La vittoria della dignità, la vittoria di Adnan, non è una vittoria contro, è la vittoria per. E' la vittoria per la vita. per la dignità, e si potrebbe dire per la legalità. Parte importante di questa vittoria sta anche in quei giudici che non hanno voluto avallare un arresto senza motivazioni per loro sufficienti o plausibili. E questo dovrebbe dire qualcosa tanto a Israele, il cui sistema esce duramente colpito da questa vicenda (cì sono voluti tutti questi giorni di sciopero della fame per un riconoscimento così minimo, così logico, così sofferto), ma anche ai partiti per cui Khader simpatizzerebbe.
Lui ha vinto perché ha sfidato il sistema israeliano sul terreno della legalità. E' una battaglia difficile, molto più difficile di quella "armata", ma anche la sola che può vincere. Tutto sommato è stata la battaglia della legalità con cui cominciò la prima intifada, quando un farmacista di Beit Sahour, vicino a Betlemme, si rifiutò di pagare le tasse a Israele: chiedeva di pagarle al suo paese, non a Israele. Quell'intifada seppe vincere. A differenza delle successive. E un motivo c'è. La vicenda di Khader Adnan potrebbe riportare la storia nei pressi di quella piccola e affascinante farmacia.
A questo riguardo è molto interessante che a Gaza, dove regna Hamas, oggi abbia avuto luogo una manifestazione contro il regime siriano, contro Bashar al-Assad. La battaglia per la dignità riguarda tutti gli arabi.

Fonte: www.ilmondodiannibale.it
21 Febbraio 2012

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