Turchia: tramonto dei generali


Il Mondo di Annibale


Ci risiamo. In Turchia si è riacceso lo scontro tra l’esercito e il governo islamico democratico di Recep Tayyip Erdogan, in un momento in cui nessuno si aspettava che sarebbe potuto succedere, a soli pochi mesi dalla rielezione alla guida dell’esecutivo di Erdogan.


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Turchia: tramonto dei generali

Ieri, il capo di stato maggiore delle forze armate, il generale Isik Kosaner, ha rassegnato le dimissioni. E insieme a lui hanno lasciato l’incarico i capi di stato maggiore di esercito, marina e aeronautica. Cioè tutti vertici delle forze armate.

Il passo indietro è arrivato dopo una serie di colloqui riservati avvenuti in settimana con il primo ministro Erdogan e il presidente della repubblica Abdullah Gul, entrambi appartenenti al partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp).

La motivazione ufficiale del gesto, nel momento in cui scriviamo, non è ancora stata resa nota. L’ipotesi più accreditata è che le dimissioni siano l’atto finale di un duro braccio di ferro tra esecutivo e militari per la promozione di alcuni ufficiali, in vista della seduta dello Yas, il Consiglio militare supremo di Ankara, prevista per domenica.

I vertici delle forze armate stavano premendo perché venissero fatti avanzare diciassette ufficiali dell’esercito attualmente detenuti in quanto sospettati di aver preso parte a un controverso piano di colpo di stato per rovesciare il governo dell’Akp. Il governo si sarebbe opposto al disegno suggerito dai generali, proponendo come soluzione dei trasferimenti. Il no di Erdogan ha ferito l’orgoglio dei generali che per non darla vinta al loro acerrimo nemico hanno fatto un passo indietro per mostrare al paese sino a che punto siano sprofondati i rapporti tra essi e il governo.

Il disegno eversivo in cui sono coinvolti i generali che hanno causato la scelta si chiama Bayloz, martello. Attualmente sono 195 i sospettati appartenenti alle forze armate, tra militari in servizio e ufficiali in pensione. Nell’inchiesta, che è stata un vero e proprio shock per l’opinione pubblica turca, sono stati arrestati altri militari (oltre a quelli che hanno causato l’incidente con il governo) e molti altri ancora sono stati indagati per aver partecipato al piano eversivo.

Il piano Bayloz, secondo i magistrati che indagano, sarebbe un progetto di golpe pianificato dai militari nel 2003, volto a rovesciare il primo governo democraticamente eletto dell’Akp. La giustificazione del putsch militare doveva essere quella di scongiurare il pericolo che la repubblica laica fondata da Kemal Ataturk potesse essere trasfigurata in uno stato islamico. I giornali vicini ai militari accusano però  Erdogan e il suo partito di aver dato benzina all’inchiesta della magistratura, montando mediaticamente la faccenda e andando ben la di là delle garanzie dello stato di diritto. L’obiettivo di Erdogan –secondo i suoi critici – sarebbe quello indebolire lo strapotere che l’esercito ha sempre avuto nel paese. Lo scontro tra il potere dei militari, autoelettosi custodi della laicità dello stato, e il governo islamico democratico di Recep Tayyip Erdogan è stato uno dei leitmotiv dei primi due governi di Erdogan. L’Akp, soprattutto nei suoi primi mandati, si è dato un’agenda liberale, volta ad allargare le maglie della democrazia, per diminuire la presenza dei generali nella vita pubblica. E il fatto che oggi siano i militari a dover cedere nello scontro con Erdogan dimostra che l’obiettivo di Erdogan e i suoi è stato centrato in pieno. Il potere dell’esercito, in questi anni, è di gran lunga diminuito. E il terzo governo Erdogan, almeno stando a queste battute iniziali, sembra voler dare il colpo di grazia alla loro egemonia.

Fonte: http://www.ilmondodiannibale.it
30 Luglio 2011

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