Turchia, alcuni dei motivi della rivolta


NEAR EAST NEWS AGENCY


L’Akp e’ troppo vicino a una classe di imprenditori che ha trovato fortuna parallelamente all’ascesa del partito: quella dei costruttori.


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“Ne abbiamo abbastanza di quella che Erdogan considera democrazia e del modo in cui vuole dettare le regole” dice all’agenzia TmNews Ozgur Aksoy, giovane ingegnere che oggi protesta a Gezi Park. “Non è solo questo parco, è tutto quel che è accaduto negli ultimi dieci anni. La gente è arrabbiata, molto arrabbiata”.

Gli oppositori accusano l’Akp di essere troppo vicino a una classe di imprenditori che ha trovato fortuna parallelamente all’ascesa del partito: quella dei costruttori. Gezi Park è al centro di un’ennesima speculazione immobiliare a Istanbul: al suo posto è prevista la costruzione di un nuovo centro commerciale.

Ma non è che il minore dei progetti faraonici promossi dall’ex sindaco Erdogan per la città sul Bosforo, dopo il terzo aeroporto, che dovrebbe accogliere 150 milioni di passeggeri l’anno (distruggendo quasi 1 milione di alberi), il terzo ponte sul Bosforo, che sorgerà in un’area poco abitata, passibile di nuova forte urbanizzazione, e il canale parallelo allo stretto, destinato ad alleggerire il traffico delle petroliere in città.
Per non parlare della maxi moschea, che sorgerà su una collina che sovrasta la parte asiatica di Istanbul e getterà a sua ombra sui gioielli dell’architettura religiosa ottomana in città.

Ma non è solo questo, è anche il crescente martellamento contro i capisaldi di una società laica: nel 2004 l’Akp ha tentato invano di far approvare una norma che qualifica l’adulterio come reato, lo scorso anno Erdogan ha provocato l’indignazione dei gruppi femminili varando una legge che restringe la possibilità di utilizzare contraccettivi e di praticare l’interruzione volontaria della gravidanza, e definendo l’aborto un delitto.

Polemiche sta suscitando anche una controriforma della scuola che riporta in primo piano le scuole religiose, per l’educazione di future “generazioni devote”. Erdogan ha ignorato le proteste ed è partito stamani per il tour di quattro giorni del Maghreb. Prima di partire ha parlato delle elezioni presidenziali del 2014, per le quali probabilmente correrà.

Fonte: Nena News

4 giugno 2013

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