Tettamanzi: il bene deve fare notizia


La redazione


L’arcivescovo di Milano ha incontrato i giornalisti: “L’informazione non deve esaurirsi nel racconto degli scandali. Testimoniare la verità per dare un orizzonte di senso alla cronaca”.


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Tettamanzi: il bene deve fare notizia

«Passione, competenza, rigore, entusiasmo». Questi, secondo il cardinal Dionigi Tettamanzi,  gli ingredienti con cui il giornalista deve "impastare" la sua professionalità a servizio della gente e della verità. Lo ha detto, esordendo nel suo seguitissimo intervento, il cardinal Dionigi Tettamanzi, intervenuto stamani a dibattere nella cornice della stupenda sala Barozzi dell'Istituto dei ciechi di Milano, a due passi da San Babila, in occasione del tradizionale incontro con i professionisti della comunicazione che ha luogo per la festa di San Francesco di Sales, loro patrono, la cui memoria liturgica cadeva lo scorso 24 gennaio.

Prestigioso il parterre che, intervenendo ciascuno sul tema del dibattito "Faremo ancora notizia", ha offerto il suo contributo: da Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, a Mario Calabresi, direttore de La Stampa, da Enrico Mentana, direttore del Tg La7, a don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, insieme alla giovane giornalista Chiara Pelizzoni.

Un'esagerazione continua e costante nel descrivere i fatti e nel fare la cronaca dell'Italia, secondo Tettamanzi, sono sotto gli occhi di tutti, con il risultato di produrre un'esasperazione assoluta, provocando assuefazione, rassegnazione, straniamento nella gente. Tesi confermata, con diversi accenti e argomentazioni, anche da tutti gli altri relatori. «Non si tacciano gli scandali (veri o presunti) ma l'informazione politica non può, non deve esaurirsi al racconto di scandali. Guardiamo con onestà e intelligenza al Paese reale che è sempre meno raccontato, guardiamo a chi è in difficoltà ed è sempre più solo, alle forze del bene così poco testimoniate dai media, all'esemplarità positiva così raramente mostrata», ha chiosato il cardinale, lanciando un invito a tutta la stampa di ripensare il proprio ruolo e la propria missione.

Richiamo forte, dunque, a "raccontare" la realtà come ricerca di senso e non come singoli fatti slegati l'uno dall'altro, rischio sempre più alto per tutti in conseguenza dell'esplosione di internet e di tutte le altre piattaforme digitali, che rendono il servizio informativo una sorta di "continuum" dove è sempre più difficile orientarsi, farsi un'idea, in primis per la mancanza di tempo verso una rielaborazione critica degli avvenimenti.

Il legame tra i singoli fatti, che invece dovrebbe animare la professione del giornalista, contribuisce, secondo Tettamanzi che ha citato alcuni versetti della Bibbia, a fornire un orizzonte di senso compiuto, progressivamente svelato, via maestra verso la verità, che non si dà una volta per tutte ma, appunto, come "svelamento" dinamico.

Al termine del suo intervento il prelato ha invitato i giornalisti a guardare con passione al futuro in una tensione ideale che non è assente dalla comunità civile italiana.

Fonte: Famiglia Cristiana

29 gennaio 2011

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