Il terrorismo pronto a sfruttare la crisi della pandemia
L'Osservatore Romano
È l’allarme lanciato dalle Nazioni Unite, che invitano gli Stati a rimanere «estremamente vigili e uniti contro il terrorismo».
Il terrorismo rimane una minaccia reale e persistente in molte parti del mondo nonostante le sconfitte inflitte negli ultimi anni al sedicente Stato islamico (Is) ed a Al Qaeda.
Gli estremisti stanno infatti cercando di sfruttare la situazione creata dalla pandemia, le battute d’arresto nello sviluppo e nei diritti umani.
Si adattano rapidamente ai cambiamenti, utilizzano il cyberspazio e le nuove tecnologie, stringono legami con la criminalità organizzata e si insinuano negli spazi lasciati liberi dalla crisi economica. L’Is, sfruttando i social media, è stata in grado di mobilitare e reclutare follower in tutto il mondo, creando un fenomeno di combattenti stranieri su scala senza precedenti.
Negli ultimi anni, sono emerse cellule affiliate all’Is, in particolare nell’Asia meridionale, nel sud-est asiatico, nel Sahel, nel bacino del Lago Ciad e nell’Africa meridionale e orientale.
È l’allarme lanciato dal capo delle Nazioni Unite per la lotta al terrorismo Vladimir Voronkov che ha invitato gli Stati a rimanere «estremamente vigili e uniti contro il terrorismo».
Il tema è stato affrontato nel corso di una riunione del Consiglio di sicurezza in occasione dei venti anni dalla risoluzione adottata dall’Onu dopo gli attentati dell’11 settembre del 2001. «Nei due decenni successivi — ha sottolineato Voronkov — le Nazioni Unite sono state al centro degli sforzi multilaterali per combattere il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni». Il Consiglio di sicurezza in questi anni «ha dato impulso e orientamento essenziali agli Stati membri per dimostrare unità di obiettivi e azioni, intensificando gli sforzi nazionali e la cooperazione internazionale» ha aggiunto. Secondo Voronkov «questo ha portato a significativi successi sia nella prevenzione degli attacchi che nel trascinare i terroristi davanti alla giustizia».
Dunque le aspirazioni territoriali dell’Is in Iraq e Siria sono state sconfitte, anche se il gruppo terroristico rimane una minaccia nella regione. Proprio di fronte a questo pericolo persistente è necessario un multilateralismo rinvigorito e inclusivo e in questo il ruolo del Consiglio di sicurezza è essenziale per garantire un fronte unito contro l’estremismo.
Secondo il rappresentante Onu è inoltre indispensabile coinvolgere i giovani e la società civile in questa lotta per guardare oltre il terrorismo come tattica e affrontare le condizioni e i fattori sottostanti che gli consentono di resistere e diffondersi.
Nel corso della riunione è stata inoltre espressa grave preoccupazione per il proliferare del terrorismo di estrema destra con motivazioni razziali.
Dunque il Consiglio di sicurezza ha adottato una dichiarazione contro quello che definisce “un flagello”, in cui sottolinea che «la minaccia terroristica persiste e colpisce gli Stati membri di tutto il mondo».
La dichiarazione ribadisce che gli Stati membri devono garantire che qualsiasi misura antiterrorismo «sia coerente con i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale, in particolare in materia di diritti umani, il diritto internazionale dei rifugiati e il diritto umanitario internazionale».
Il Consiglio sottolinea, inoltre, la necessità di affrontare i fattori che diffondono il terrorismo e ritiene che un approccio globale alla lotta contro le minacce estremiste richieda un’azione multilaterale a livello nazionale, regionale e subregionale. Assicura, infine che continuerà a dimostrare «una ferma determinazione a prevenire e combattere il terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni e a combattere l’estremismo violento che può portare al terrorismo e si impegna a intensificare un’azione internazionale unificata e concertata».
di Anna Lisa Antonucci
Osservatore Romano
19 gennaio 2021