Tensioni ad Asmara: espulsi quattordici missionari


Giancarlo Licata, Responsabile Coordinamento Editoriale Tgr per Rai Med e di Tgr/Mediterraneo


Il governo eritreo di Isaias non ha ancora motivato le ragioni per la cacciata dei religiosi cattolici. Il Superiore Generale dei comboniani, padre Teresino Serra, chiede l’intervento ufficiale di Roma, per riallacciare il dialogo.


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Tensioni ad Asmara: espulsi quattordici missionari

Quattordici missionari cattolici sono stati espulsi dall’Eritrea. Tecnicamente, il governo di Isaias Afworki non ha rinnovato loro i permessi. Tra di essi, 6 comboniani (4 sacerdoti e due suore). Dovranno lasciare il paese il prossimo 16 novembre (un missionario e una suora sono già in Europa e non potranno più rientrare ad Asmara). Ignote, al momento, le ragioni ufficiali di questa scelta.

Per l’ex sottosegretario agli esteri, Alfredo Mantica, (la cui interrogazione parlamentare urgente verrà discussa lunedì) «l’espulsione rappresenta un atto di protervia sul quale l’Italia e la Comunità internazionale hanno l’obbligo di interrogarsi. L’Italia deve fare pressioni politiche e richiamare l’attenzione internazionale per conoscere quali contestazioni sono state richiamate nell’ordine di espulsione e quali giustificazioni sono state invocate per motivare l’espulsione».

Intervento del governo italiano, richiesto anche dal Superiore Generale dei comboniani, padre Teresino Serra: «L’Italia, da quello che mi risulta, mantiene ancora buone relazioni e rapporti amichevoli col governo eritreo. Serve un intervento per riallacciare il dialogo. Perché davvero non c’è alcuna ragione che possa giustificare queste espulsioni». Padre Serra, dopo aver ricordato come la Chiesa abbia visto e attraversato molte situazioni critiche, confida nel superamento della crisi. Anche perché «il timone della storia non ce l’ha un presidente, ma Dio ed è a lui che mi affido».

Attualmente sono una quindicina i comboniani di nazionalità eritrea, 9 dei quali operano nel loro paese. Ad Asmara è rimasto un solo italiano, l’ottantaseienne padre Aristide Guerra, figura storica dei comboniani in Eritrea: è là dal 1952.

La scelta di cacciare i missionari s’inserisce in una politica di Isaias tesa ad allontanare dal paese tutti gli occidentali. Politica che ha coinvolto pesantemente anche molte organizzazioni non governative (italiane in particolare) e alcune agenzie internazionali, invitate a lasciare il paese.
I venti di guerra che soffiano forti sull'Eritrea e su un possibile riaccendersi del conflitto con l’Etiopia complicano, poi, ulteriormente un quadro politico e sociale già compromesso.

Fonte: www.nigrizia.it

09 novembre 2007

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