“Tacciano le armi in Medio Oriente, Israele e Palestina vivano in pace”


la Repubblica


Papa Francesco nel suo discorso nel giorno di Natale lancia un appello per far tacere le armi nelle zone di conflitto.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
papanatale2015

È un appello per la pace – la pace in Palestina, la pace nella sconfitta del terrorismo e quella che le società devono trovare nell’accoglienza dei migranti e nel ritorno del lavoro – quello che il Papa ha rivolto nell’atteso discorso dal balcone di San Pietro prima della benedizione del mezzogiorno di Natale.

Francesco si rivolge innanzitutto a Palestina e Israele: “Dove è nato Gesù continuano tensioni e violenze e la pace rimane un dono da invocare e da costruire. Possano Israeliani e Palestinesi riprendere un dialogo” e “giungere ad un’intesa che permetta ai due Popoli di convivere in armonia, superando un conflitto che li ha lungamente contrapposti”.  “Al Signore – aggiunge – domandiamo che l’intesa raggiunta in seno alle Nazioni Unite riesca quanto prima a far tacere il fragore delle armi in Siria e a rimediare alla gravissima situazione umanitaria della popolazione stremata”.  Il Papa ricordando anche le “efferate azioni terroristiche”: “L’attenzione della Comunità internazionale sia unanimemente rivolta a far cessare le atrocità che tuttora mietono numerose vittime, causano immani sofferenze” e “non risparmiano il patrimonio storico e culturale”.

Un pensiero rivolto anche all’Ucraina e alla Colombia: “Il Natale porti vera pace anche all’Ucraina, offra sollievo a chi subisce le conseguenze del conflitto e ispiri la volontà di portare a compimento gli accordi presi, per ristabilire la concordia nell’intero Paese”. La gioia del Natale “illumini gli sforzi del popolo colombiano perché, animato dalla speranza, continui con impegno a perseguire la desiderata pace”.

Ma il grido più forte di Papa Francesco è per la difesa dei più deboli: “Giunga oggi la nostra vicinanza ai più indifesi, soprattutto ai bambini soldato, alle donne che subiscono violenza, alle vittime della tratta delle persone e del narcotraffico! Non manchi il nostro conforto a quanti fuggono dalla miseria o dalla guerra, viaggiando in condizioni troppo spesso disumane e non di rado rischiando la vita!. Siano ricompensati con abbondanti benedizioni quanti, singoli e Stati, si adoperano con generosità per soccorrere e accogliere i numerosi migranti e rifugiati, aiutandoli a costruire un futuro dignitoso per sè e per i propri cari e ad integrarsi all’interno delle società che li ricevono”.

La preghiera è anche per chi ha perso il lavoro: “In questo giorno di festa, il Signore ridoni speranza a quanti non hanno lavoro, e sono tanti, e sostenga l’impegno di quanti hanno responsabilità pubbliche in campo politico ed economico affinché si adoperino per perseguire il bene comune e a tutelare la dignità di ogni vita umana”. E non dimentica chi è in carcere: “Il Signore doni particolarmente ai carcerati di sperimentare il suo amore misericordioso che sana le ferite e vince il male. Dove nasce Dio, fiorisce la misericordia. Essa è il dono più prezioso che Dio ci fa, particolarmente in questo anno giubilare, in cui siamo chiamati a scoprire la tenerezza che il nostro Padre celeste ha nei confronti di ciascuno di noi”.

Dopo la benedizione Papa Francesco ha invitato tutti ad accogliere la misericordia nella propria vita: “A voi, cari fratelli e sorelle, giunti da ogni parte del mondo in questa Piazza, e a quanti da diversi Paesi siete collegati attraverso la radio, la televisione e gli altri mezzi di comunicazione, rivolgo il mio augurio più cordiale. È il Natale dell’Anno Santo della Misericordia perciò auguro a tutti di poter accogliere nella propria vita la misericordia di Dio, che Gesù Cristo ci ha donato, per essere misericordiosi con i nostri fratelli. Così faremo crescere la pace! Buon Natale!”.

Fonte: www.repubblica.it

25 dicembre 2015

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento