Superenalotto. Olivero: ”Tutto è lecito pur di fare cassa”


Redattore Sociale


Le critiche del presidente Acli: "Guerra aperta ad alcol e fumo, ma gioco derubricato a benevolo vizio: lo Stato se ne infischia dei valori, in tempi di crisi serve tutto tranne il gioco". Somma vinta è metà del budget del 5 per mille.


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Superenalotto. Olivero: ''Tutto è lecito pur di fare cassa''

ROMA – Uno Stato che, con la grande febbre per il SuperEnalotto, incentiva il gioco d’azzardo è uno Stato che “dimostra di infischiarsene dei valori che in molti casi dichiara di voler sostenere”. Non va proprio giù al presidente delle Acli, Andrea Olivero, che di fronte alla linea dura e intransigente attuata dalle istituzioni nei confronti di fumo e alcol, oggetto negli ultimi mesi di campagne di comunicazione assai marcate, la passione per il gioco d’azzardo venga invece non solo tollerata, ma anche favorita e incoraggiata, derubricandolo da “gioco d’azzardo” a “benevolo vizio da tollerare”. Non uno, ma due occhi chiusi, pur di fare cassa. Con il paradosso che mentre le organizzazioni del Terzo Settore aspettano da mesi (e da anni) la liquidazione dei fondi del cinque per mille, il vincitore di Bagnone (Massa Carrara) si vedrà accreditare in tutta fretta, entro sessanta giorni, sul proprio conto corrente, i 147,8 milioni della vincita: una cifra che rappresenta, milione più, milione meno, la metà di quanto dovuto dallo Stato per il cinque per mille.
 
“Questa – spiega Olivero – è davvero una strana estate: da un lato campagne contro alcol e fumo, dall’altro la scelta di incentivare un elemento che al pari degli altri causa grandi problemi al nostro paese: il gioco d’azzardo non è un sogno da inseguire in tempi di crisi, ma un incubo che colpisce migliaia di famiglie, che vivono questa esperienza come un dramma familiare e personale”. Il presidente delle Acli fa notare che “non c’è stata solo la crescita del montepremi” ma “una spinta molto forte in pubblicità” che ha di fatto invogliato gli italiani a giocare: “Colpisce che da parte delle istituzioni non si sia pensato di spiegare alle persone che in un momento di crisi a tutto bisogna rivolgersi tranne che al gioco d’azzardo, che non occorreva cioè sprecare ulteriori risorse nel gioco: è passato invece proprio il messaggio opposto, e cioè che in tempi di crisi bisogna inseguire il sogno di una vincita”. “Ancora una volta l’interesse maggiore – puntualizza Olivero – è stato quello di fare cassa: lo Stato ha dimostrato di infischiarsene dei valori che in molti casi dichiara di voler sostenere. Non mi pare sia un buon segno”.
 
Olivero, da presidente del Forum del Terzo Settore, non nasconde che la cifra vinta in Toscana (“anche con uno zero di meno”, scherza) sarebbe “per le nostre organizzazioni una benedizione straordinaria che porterebbe benefici sociali, miglioramento della qualità della vita e possibilità di vivere dignitosamente a decine di migliaia di persone”. Per questa ragione, dice, acclarato che “pare assurdo che cifre così elevate siano distrbuite dallo Stato in maniera così sciocca, a fronte non di capacità personali ma di semplice fortuna”, ecco la proposta di porre limiti agli importi delle vincite stabilendo che “oltre un certo tetto si debba devolvere una parte consistente alle organizzazioni sociali”. Anche se, precisa subito, “noi non andremo mai ad alimentare il gioco d’azzardo”. “Vediamo ogni giorno – continua – con quanta fatica ci vengono dati i soldi del cinque per mille, e a livello territoriale i fondi per la non autosufficenza e i servizi di assistenza fondamentale: fa davvero male insomma sentire parlare in questi termini di cifre così stratosferiche. Sarebbe un segno di civiltà se lo stato impiegasse una parte del gettito aggiuntivo per una seria campagna contro il gioco d’azzardo e il suo abuso”.
 
Tutto ciò considerato, che consiglio dare al vincitore di Bagnone? “L’unico vero consiglio – dice Olivero – è quello di non cambiare la propria vita: i soldi possono portare benefici, ma non stravolgiamo la nostra vita perché a quel punto non sarebbe più la nostra”. Il rischio di un “contraccolpo negativo” insomma esiste, e allora “apriamo le porte alla solidarietà: sono soldi che arrivano inaspettati e non guadagnati, come tali giochiamoli nell’ambito della solidarietà, facendo si che quella vincita possa diventare per molti occasione per vivere meglio”. (ska)

Fonte: Redattore Sociale

24 agosto 2009

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