Studenti in piazza: “Berlusconi vergognoso!”
La redazione
Oggi studenti in piazza in oltre 50 città italiane contro i tagli del Governo. La Rete della Conoscenza: «Le ultime parole del premier sono vergognose, ma ancora di più lo sono i 9 miliardi di tagli, in un Paese che ha bisogno di una formazione per crescere».
Oggi le studentesse e gli studenti delle scuole e delle università di oltre 50 città italiane daranno vita ad azioni, flash mob, iniziative e mobilitazioni diffuse per difendere la scuola e l'università pubbica dalle politiche di tagli del Governo Berlusconi.
"In un Paese in cui ogni diritto, viene considerato un privilegio da tagliare o privitizzare, noi abbiamo deciso di opporci- dicono dalla Rete della Conoscenza- oggi nelle maggiori città italiane reclameremo un sistema nuovo di welfare e diritto allo studio capace di garantire una vera libertà di scelta dei propri percorsi di studio e di vita, senza essere legati dal reddito delle proprie famiglie e dalla precarietà dilagante. Ci opponiamo a chi vuole ridurre la scuola e l'università in un'azienda, dove docenti precari devono avere lo stesso colore politico dei governi di turno, luoghi dove non devono formare le coscienze dei cittadini, ma preparare un esercito di precari per il mercato del lavoro. A questo futuro di precarietà e sfruttamento noi ci siamo opposti in questi mesi e continueremo ad opporci. Le ultime parole del Presidente del Consiglio sono vergognose, ma ancora di più lo sono i 9 miliardi di tagli su scuola e università, le migliaia di precari lasciati senza lavoro, le scuole che continuano a cadere a pezzi, l'assenza di risorse per i dipartimenti e per i ricercatori in un Paese che ha bisogno di una formazione di qualità per crescere".
Fonte: www.unita.it
19 aprile 2011
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Non c’è momento in questo Paese in cui i poteri forti non perdano occasione per costruire un modello di società fondato su sfruttamento, repressione, cancellazione dei diritti e precarietà. I tagli al diritto allo studio e all’edilizia scolastica hanno la stessa origine dei processi di privatizzazione dei saperi e dei beni comuni.
Ci mobilitiamo per pretendere autonomia e libertà di scelta dei nostri percorsi di vita, liberi dal familismo e dal precariato a cui ci vogliono legare. Il 9 Aprile continua il nostro percorso di lotta per affermare che il nostro tempo è adesso, che ci riprendiamo il presente per costruire un futuro senza precarietà. Il 19 aprile abbiamo intenzione di moltiplicare ed estendere il percorso che dal 9 Aprile arriverà allo sciopero generale del 6 Maggio.
La lotta contro la precarietà passa dai percorsi di lotta e di proposte che come studenti porteremo nelle città per costruire dal basso a partire dalle scuole un nuovo modello di società.
Costruiremo quindi una giornata di azioni e mobilitazioni sul tema del welfare, della precarietà e dell'accesso ai saperi e alla cultura. Vogliamo la possiblità di costruire il nostro futuro, partendo dal nostro presente.
Il 9 e il 19 aprile grideremo LIBERI TUTTI anche per quei popoli del Mediterraneo che si stanno ribellando ai regimi; per affermare che libertà, democrazia, giustizia e diritti umani sono diritti inalienabili; per ribadire anche il nostro no alla guerra di chi specula sulla libertà dei popoli per ottenere interessi geopolitici.
Segue l'appello.
9 e 19 Aprile – VERSO LO SCIOPERO GENERALE DEL 6 MAGGIO
Noi non moriremo precari! Riprendiamoci il futuro! Questo, il grido risuonato nelle piazze di questo autunno, non un urlo di disperazione, ma il suono di una certezza da conquistare.
Nelle nostre scuole, nei call center, nelle fabbriche a Pomigliano come Mirafiori, Governo, le imprese, i poteri forti di questo Paese stanno realizzando un modello di società fondato sullo sfruttamento, la repressione e la cancellazione dei diritti. Non siamo stati a guardare e non staremo a guardare chi ci vuole trasformare inautomi e servi di questa classe dirigente, la classe dirigente più vecchia e più sordadal dopoguerra.
Tutto ciò non poteva che produrre una reazione, un rifiuto radicale di questo modello di politica, di cultura e di società. La repressione mediante il voto di condotta con cui, in questi mesi, hanno tentato di frenare le nostre mobilitazioni ha lo stesso aspro sapore delle limitazioni al diritto di sciopero, così come i tagli alla scuola pubblica hanno la stessa radice dei processi di privatizzazione dell’acqua pubblica, dell’università, dei beni comuni.
Generale è l’attacco, generale deve essere la risposta.
Le mobilitazioni delle prossime settimane, a partire dalla difesa dell’acqua pubblicavedranno le studentesse e gli studenti scendere in piazza come cittadine e cittadini, ma con la stessa determinazione di chi si vuole riprendere ogni tassello di ogni diritto, ogni spazio della propria vita.
Abbiamo la necessità di costruire una Primavera inedita. Per questo saremo in piazza con convinzione il 9 Aprile, per costruire un fronte contro la precarietà come fenomeno che rapisce la vita presente e futura.
Il 9 Aprile sarà una giornata fondamentale per contrastare chi vuole determinare la precarietà come elemento dominante della nostra generazione, schiacciata da contratti, tempi, spazi precari. La nostra risposta è chiara: se si vogliono donne, uomini, vite precarie noi ci ribelliamo, ci riprendiamo il presente per costruire un altro futuro. Il nostro tempo è adesso.
In questo Autunno abbiamo sperimentato nuove forme di partecipazione, di democrazia e di conquiste dimostrando che anche nell’epoca dell’oscurantismo berlusconiano, della crisi della democrazia, è possibile costruire dal basso un’alternativa a questo modello di scuole e società. Ma ciò non basta.
I tagli al diritto allo studio, all’edilizia scolastica, la disoccupazione giovanile, l'approvazione della riforma dell'università, il collegato lavoro, le minacce di riformacancellazione dello statuto dei lavoratori, esigono una risposta chiara in questa
Primavera. Serve perciò costruire mobilitazioni diffuse sul territorio nazionale dopo il 9 Aprile che riportino al centro la nostra idea di scuola, di università e ricerca nell’agenda della politica del Paese. Dopo aver fatto sfoggio di retorica sulla scuola pubblica il 12 Marzo la politica di questo Paese continua a calpestarla ogni giorno con i loro tagli, con l’indifferenza delle opposizioni e l’assenza di proposte.
Il 9 Aprile, data centrale verso lo sciopero del 6 Maggio, va però estesa e moltiplicata.
Per questo il 19 Aprile, ci mobiliteremo in tantissime città d'Italia con azioni e mobilitazioni sul tema del welfare, della precarietà e dell'accesso ai saperi e allacultura. Ribadiremo questo anche il 19 Aprile con l'intenzione di costruire giornate di lotta nelle nostre città per pretendere autonomia e libertà di scelta dei nostri percorsi di vita, liberi dal familismo e dal precariato a cui ci vogliono legare.
Le ribellioni di questi ultimi mesi, ci consegnano una contrapposizione tra chi vuole conservare il potere per interessi personali e ridurre gli spazi libertà e popoli che invece scoprono che è possibile riprendersi le proprie vite. Il 9 Aprile, così come il 19, non possiamo che costruire una giornata che parli anche di diritti umani, di giustizia, di libertà e di pace.
La guerra non è lo strumento di risoluzione delle controversie internazionali come dice la nostra Costituzione. In piazza ribadiremo il nostro no alla guerra, denunciando gli interessi e le speculazioni che diverse nazioni vogliono costruire sulle ribellione dei popoli.
La precarietà non è più quindi solo un fenomeno sociale di sfruttamento, ma la chiusura degli spazi di libertà e autonomia.
Il 9 Aprile sarà per noi quindi una giornata di lotta contro la precarietà, per i diritti e la democrazia, per costruire verso lo sciopero generale una grande alleanza che parta dalle scuole e attraversi le lotte sociali e il mondo di lavoro, un’alleanza capace il 6 Maggio di “bloccare il Paese e sbloccare il futuro”
Unione degli Studenti – Il Sindacato Studentesco
http://www.retedellaconoscenza.it/