Spese militari: in Italia + 10% in un anno


Famiglia Cristiana


Le spese militari mondiali aumentano ancora: per il 2016 infatti si sono attestate a quota 1.686 miliardi di dollari, con incremento dello 0,4% annuo in termini reali. E in Italia?


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La spesa militare è cresciuta in Nordamerica per la prima volta dal 2010 mentre per quanto riguarda l’Europa occidentale si cresce per il secondo anno consecutivo e la Cina continua a far registrare aumenti consistenti. L’Italia non resta a guardare: +10% dal 2015 al 2016.

 

La Campagna mondiale sulla spesa militare e la Rete Disarmo chiedono di spostare gli ingenti fondi su utilizzi socialmente utili, con una mobilitazione internazionale nata nel dicembre 2014 e promossa dall’International Peace Bureau e rilanciata in Italia da Rete Disarmo. L’obiettivo della Campagna é quello di far pressione sui governi affinché investano nei settori della salute, dell’educazione, dell’impiego e dell’ambiente invece che in quello militare. Tra le iniziative, previste anche le giornate di azione globale sulle spese militari, che quest’anno hanno celebrato la loro settima edizione dal 18 al 28 aprile. La richiesta è di un taglio del 10% delle spese militari e secondo i dati analizzati dal SIPRI questo sarebbe sufficiente per raggiungere importanti obiettivi per le popolazioni, quali l’eliminazione della povertà estrema e della fame.

 

«Con lo scenario sopra descritto abbiamo molte buone ragioni per rinnovare la nostra determinazione nel richiedere un taglio nella spesa militare di tutti i governi e di avvicinarci maggiormente alla prospettiva della sicurezza umana che molti vorrebbero vedere», dice Jordi Calvo Rufanges del Centre Delas di Barcellona coordinatore della Campagna internazionale. «Di recente Donald Trump ha detto: “Dobbiamo ricominciare a vincere le guerre”. Noi dichiariamo che dobbiamo invece ricominciare a costruire la pace. È fondamentale che si costruiscano in tutto il mondo strutture che favoriscano la sicurezza umana, e allo stesso tempo che vengano interrotte guerra e distruzione».

 

Negli States il presidente Trump ha annunciato un ulteriore aumento di 54 miliardi di dollari che inciderà sulle spese legate alla diplomazia e agli affari esteri. Tutti i governi europei aderenti alla NATO hanno concordato in due occasioni, in Galles e a Varsavia, di spendere il 2% del Pil nazionale in difesa e parallelamente stanno creando un nuovo sistema di fondi per lo sviluppo e la ricerca militare. Dall’altra parte del mondo la Cina ha dichiarato di voler incrementare il proprio budget militare del 7% nel 2017. Tra gli altri Stati che sono in cima alla lista dei Paesi che maggiormente spendono nell’ambito militare troviamo l’Arabia Saudita e il Giappone che hanno seguito la scia degli aumenti.

9 maggio 2017

Martina Valentini

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