Spagna, dopo mezzo secolo l’Eta annuncia l’addio alle armi
La redazione
A pochi giorni dalla conclusione della Conferenza internazionale di San Sebastián per promuovere la risoluzione del conflitto nei Paesi Baschi arriva un risultato positivo.
Dopo quasi mezzo secolo di violenza e di sangue e oltre 800 morti l' Eta, nata contro la dittatura franchista ma poi attiva da 35 anni anche contro lo stato democratico spagnolo, ha annunciato l'addio alle armi e con ogni probabilità la fine dell'ultimo conflitto armato in Europa. Il gruppo armato in un video-comunicato letto da tre incappucciati inviato al quotidiano basco Gara ha dichiarato «la cessazione definitiva della sua azione armata» e invitato i governi di Spagna e Francia ad aprire «un dialogo diretto» per trovare una soluzione alle «conseguenze del conflitto».
L'annuncio «storico» della fine della lotta armata interviene dopo che in gennaio l' Eta, fortemente indebolita dall'ondata di arresti degli ultimi anni in Francia e Spagna, aveva già proclamato una tregua unilaterale e permanente, che il governo di Madrid aveva definito «insufficiente». La mossa dell' Eta aveva preceduto di poco il successo alle amministrative di maggio delle liste della sinistra radicale indipendentista 'abertzalè che con la coalizione Bildu avevano ottenuto centinaia di eletti e preso ai socialisti la città di San Sebastian. La vittoria nelle urne di quella che è vista in parte come 'l'ala politicà dell' Eta ha contribuito probabilmente con le sconfitte 'militarì all'addio alle armi del gruppo armato l' Eta. Il comunicato di questa sera è stato accolto come un atto di «importanza trascendentale» da Josè Luis Zapatero. Il capo del governo uscente di Madrid ha parlato di una «vittoria della democrazia, della legge, della ragione» ed ha aggiunto che ora la Spagna sarà «una democrazia senza terrorismo».
L'annuncio dell' Eta interviene a un mese dalle politiche anticipate spagnole del 20 novembre, per le quali il capo del'opposizione il leader del Partido Popular Mariano Rajoy è considerato favorito sul candidato premier dei socialisti Alfredo Rubalcaba, ministro degli interni di Zapatero fino a tre mesi fa e ora suo successore designato nel Psoe. La rinuncia alle armi di Eta – che ha ucciso per l'ultima volta nel 2009 a Palma di Maiorca, due poliziotti morti in un attentato – potrebbe giocare a suo favore. Rubalcaba è considerato come l'uomo che ha spinto alle corde il gruppo armato basco. Il governo che uscirà dalle urne del 20 novembre dovrà gestire il processo che si apre oggi con l'annuncio dell' Eta. Il gruppo armato ha annunciato la fine della violenza, ma non la consegna delle armi e il suo scioglimento, che cercherà probabilmente di negoziare, secondo il 'modello nord-irlandesè, dopo le elezioni. Rajoy questa sera ha parlato di una «buona notizia», ma ha anche aggiunto che «la tranquillità degli spagnoli» sarà completa «solo quando ci sarà lo scioglimento finale e lo smantellamento di Eta».
Il passo indietro dell'Eta, che interviene dopo la 'conferenza di pace internazionalè di San Sebastian, che lunedi aveva chiesto al gruppo indipendentista la fine della lotta armata e un dialogo con Francia e Spagna, dovrebbe spingere alle politiche del 20 novembre la sinistra 'abertzalè basca che ha buone probabilità di entrare nel parlamento di Madrid. Un risultato che potrebbe mascherare politicamente quella che secondo tutti i commentatori appare invece una secca 'sconfitta' del gruppo armato dopo quasi mezzo secolo di sangue.
Fonte: L'Unità
21 ottobre 2011