Siria, impossibile non armare i ribelli, subito
Riccardo Cristiano - Il Mondo di Annibale
“Lasciateci morire, però senza mentire”! Lo slogan degli insorti siriani è di ieri, ma le menzogne contro di loro durano da mesi. Per noi occorre armare i ribelli, subito.
Lo slogan più vero lo hanno coniato loro, i siriani. Quando mancano pochi giorni alle elezioni americane e sono passati 18 mesi dall’inizio della crisi che ha trasformato in un mattatoio il loro paese: “Lasciateci pure morire, però smettetela di mentire!”
Eh sì, hanno ragione, perché l’indifferenza dell’Occidente davanti all’orrore siriano ha raggiunto livelli abominevoli.
Per giustificare l’inerzia o la compiacenza verso Assad, che tutto sommato ammazza arabi e musulmani e quindi fa bene sebbene non si possa dire proprio così, si è creato un orribile sodalizio tra destra e sinistra “antagoniste” che in nome di insulsi “valori” tipo l’anti imperialismo (come se ce ne fosse solo uno) arrivano a capovolgere la realtà, presentando la vittima al posto del carnefice. La cosa più abietta è stata ovviamente l’indignazione per le terribili notizie delle ultime ore, ovvio risultato di tanta abietta determinazione a non interferire. E allora guardiamo in faccia i recenti accadimenti.
Soldati siriani con indosso divise dell’esercito governativo che mutilano cadaveri di ribelli appena uccisi, tagliando le orecchie con coltelli e mostrandole alla telecamera di un videoamatore: è l’ultimo – in ordine di tempo – filmato choc proveniente dalla Siria in guerra.
Il video è stato diffuso stamani sui social network, all’indomani di un altro filmato in cui soldati governativi giustiziavano sommariamente cinque ribelli e a due giorni dalla diffusione di un video in cui invece ribelli uccidevano dei miliziani lealisti nel nord della Siria.
Il filmato odierno (qui il link ), che non è datato e di cui non si può verificare l’autenticità in modo indipendente, dura poco più di un minuto e mostra un gruppo di circa 50 soldati con le insegne dello Stato siriano accalcati attorno a un gruppo di nove corpi di presunti miliziani, mentre rivolgono improperi alle vittime che giacciono a terra in un lago di sangue. “Questo è l’orecchio di un figlio di putt….”, dice un militare mostrando il coltello e il padiglione oculare appena tagliato. Poco dopo, un suo commilitone lo imita abbassandosi a recidere un altro orecchio dal corpo senza vita di un uomo in abiti civili.
Noi abbiamo affermato sin dal primo giorno di questa crisi che la colpa di tutto questo è di Bashar al Assad e dei suoi accoliti, del partito Baath, della sua ideologia fascista e della cinquantennale politica liberticida. Ora non resta che rompere gli indugi e armare i ribelli, affiancandoli in modo che rispettino le leggi di guerra. E vincano il prima possibile questo inverecondo conflitto.
Fonte: http://ilmondodiannibale.globalist.it
3 novembre 2012