Siria, 350mila vittime in 7 anni di guerra
Avvenire
Il bilancio è dell’Osservatorio siriano per i diritti umani mentre l’Unicef lancia l’allarme minori: nel 2017 oltre 1.000 vittime fra i bambini, il doppio dell’anno precedente.
Sette anni di conflitto in Siria hanno causato la morte di 353.935 persone. È il bilancio aggiornato dell’Osservatorio siriano dei diritti umani, mentre la guerra – iniziata il 15 marzo 2011 – sta per entrare nel suo ottavo anno. Sul totale di morti, l’ong conta 106.390 civili, di cui 19.811 bambini e 12.513 donne. I soldati del regime e di milizie alleate, che hanno perso la vita, sono stati 58.130, fra cui 1.630 combattenti del gruppo sciita libanese Hezbollah e 7.686 da altri gruppi sciiti, oltre a 63.360 miliziani dell’opposizione, jihadisti e affiliati ad al-Qaeda.
La guerra civile, di anno in anno, colpisce in modo particolare i minori. Nel 2017, denuncia l’Unicef, il conflitto ha ucciso in Siria il numero di bambini più alto di sempre, 50% in più rispetto al 2016. Soltanto nei primi due mesi del 2018, sembra siano stati uccisi o feriti mille bambini. Il conflitto è attualmente la prima causa di morte fra gli adolescenti nel Paese e l’Unicef lancia l’allarme in particolare per i bambini con disabilità, che rischiano di rimanere esclusi e dimenticati. Secondo i dati dell’agenzia Onu, nel 2017 sono state registrate 1.271 vittime tra i bambini: 910 morti e 361 feriti, molti sono diventati disabili, inoltre il 17% delle vittime ferite da armi esplosive sono bambini. Un numero stimato di 3,3 milioni di bambini in Siria è esposto al pericolo di incorrere in esplosivi, fra cui mine, ordigni inesplosi e ordigni esplosivi improvvisati. Oltre 1,5 milioni di persone vivono attualmente con invalidità permanenti causate dalla guerra.
A Douma situazione «catastrofica»
È “catastrofica” la situazione nella Douma, città in mano ai ribelli dove sono fuggite migliaia di persone dalla Ghouta orientale, dove sta avanzando l’esercito di Bashar al-Assad. Il Consiglio locale di Douma riferisce che migliaia di famiglie vivono ora in strada o nei giardini pubblici, in quanto gli edifici e i ripari sono sovraffollati. Un gruppo di civili, tra i quali diversi bambini, è stato fatto evacuare dalla Ghouta orientale, l’enclave controllata dagli insorti a est di Damasco. Lo riferiscono i media governativi, precisando che gli evacuati provenivano dalla cittadina di Madyara, appena conquistata dalle truppe di Damasco. Secondo le stesse fonti, i civili sono stati fatti uscire dall’enclave attraverso un corridoio di sicurezza istituito dalle forze governative. Domenica fonti militari russe avevano riferito dell’evacuazione di 52 persone. Intanto il più grande gruppo ribelle nella regione, Jaish al-Islam, ha detto di avere raggiunto con i russi, grazie alla mediazione dell’Onu, un accordo per l’evacuazione dei feriti, ma senza precisare se si tratti di miliziani o di civili. L’evacuazione si svolgerà a gruppi e questo accordo si inscrive nel quadro degli “assidui sforzi per fermare la feroce campagna militare contro la Ghouta orientale”. Inoltre denuncia Linda Tom, della sede di Damasco dell’ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, più di mille persone, in gran parte donne e bambini, hanno necessità urgente di essere evacuate dall’enclave assediata. Infine gli Stati Uniti hanno presentato una nuova bozza di risoluzione in Consiglio di sicurezza per raggiungere una tregua immediata in Siria.
Avvenire
13 marzo 2018