Siestende emergenza carestia, tutto il sud a rischio
Misna
Lo annuncia l’Unità per la sicurezza alimentare e l’analisi della nutrizione in Somalia (Fsnau) della Fao nel suo ultimo rapporto.
Dopo le regioni di Bakool e Lower Shabelle, nel sud del paese, lo ‘stato di carestia’ è stato dichiarato anche nelle zone centro-meridionali di Balad e Adale, nella Middle Shabelle, nell’insediamento degli sfollati del corridoio di Afgoye e in diverse zone di Mogadiscio: lo annuncia l’Unità per la sicurezza alimentare e l’analisi della nutrizione in Somalia (Fsnau) della Fao nel suo ultimo rapporto, avvertendo che anche le rimanenti regioni meridionali “stanno patendo una grave insicurezza alimentare e potrebbero raggiungere i livelli della carestia entro le prossime sei settimane”.
Nonostante una “crescente attenzione” all’emergenza, rilevata nelle ultime settimane, “l’attuale risposta umanitaria resta inadeguata” aggiunge il documento. Nell’intero territorio nazionale la crisi sta colpendo 3,7 milioni di persone, con 3,2 milioni che hanno immediato bisogno di assistenza: in dettaglio, 2,8 milioni risiedono nel sud ma appena il 20% di loro sta ricevendo aiuti.
A Mogadiscio la situazione è critica: negli ultimi due mesi sono 100.000 gli sfollati che hanno raggiunto la capitale nonostante i combattimenti in corso; sono in tutto 470.000, sparsi in oltre 100 insediamenti più che mai precari, sorti spontaneamente.
Nel sud, si calcola che almeno 1300 somali varchino quotidianamente la frontiera con il Kenya, dove il complesso che accoglie i profughi di Dadaab continua a ricevere nuovi arrivi ma ha urgente necessità di rafforzare i servizi d’assistenza. Il numero dei rifugiati somali in Etiopi è sceso da oltre un migliaio a qualche centinaia, si ritiene grazie al diffondersi di notizie su un incremento della risposta umanitaria nella regione di Gedo e a Mogadiscio. La principale priorità resta il cibo, ma, afferma il rapporto, “la distribuzione su larga scala deve ancora cominciare”.
Fonte: www.misna.org
4 Agosto 2011