Siamo moltissimi, stretti come su un pullman in ora di punta


Uno dei 200.000


Siamo in tanti a percorrere i ventiquattro chilometri della Perugia – Assisi, domenica 7 ottobre 2007. Migliaia di uomini e donne, di giovani e meno giovani, di bimbi in carrozzella e di persone canute, hanno deciso di marciare per la pace, la giustizia, i diritti umani. E’ un corteo allegro, evidente, pacato, con bandiere, striscioni, […]


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Siamo moltissimi, stretti come su un pullman in ora di punta

Siamo in tanti a percorrere i ventiquattro chilometri della Perugia – Assisi, domenica 7 ottobre 2007. Migliaia di uomini e donne, di giovani e meno giovani, di bimbi in carrozzella e di persone canute, hanno deciso di marciare per la pace, la giustizia, i diritti umani. E’ un corteo allegro, evidente, pacato, con bandiere, striscioni, slogan, nel quale un colore prevale su tutti: il rosso dei monaci birmani in segno di solidarietà con il suo popolo oppresso. Ci sono i boy scout, i “No dal
Molin”, i ragazzi della val di Noto, gli immancabili Hare Krishna, il gruppo che indossa le magliette “Trieste… Assisi”, il ciclista che arriva da Verbania, l’uomo vestito da clown che porta a spasso una papera di legno con avvolta in testa una bandierina della pace, il ragazzo con in mano un cartello con sopra scritto “ho un cartello”, una bandiera con l’effige della triscele, alcune persone scalze, famiglie,
la mia famiglia. E’ una lunga teoria di popolo, nel tratto che costeggia l’autostrada clacson festosi salutano i marciatori, tanta gente si affaccia dai balconi, si assiepa ai lati della strada, ti sorride, saluta. C’è Di liberto ed anche Casini, non hanno
atteggiamenti da passerella, non strumentalizzano, ma sono con semplicità dentro al corteo, molti Sindaci muniti di fascia tricolore sono in maglietta e jeans. Arriviamo da Agrigento e da Perugia siamo adesso in  cammino verso Assisi, verso un mondo più giusto, verso “cieli nuovi e terra nuova” (Is. 65,17). Ponte S. Giovanni è la prima frazione attraversata, e poi Ospedalicchio, Bastia Umbra, S. Maria degli Angeli, sino alla Rocca di Assisi. E’ un tragitto vario, lungo, che termina con la temuta ripida salita della Rocca, che riempie di nuove energie per proseguire nell’impegno quotidiano per l’uomo. Al mattino la giornata sembra promettere pioggia, come avvenuto la sera prima, ma ai Giardini del Frontone dove parte la marcia, il clima è bello, nell’aria infatti si liberano canti, palloncini, sventolano le
bandiere, i gonfaloni, siamo moltissimi, stretti come su un pullman in ora di punta; un gruppo di africani che suona e danza fende la folla allegramente. Ci muoviamo intorno alle 9:30, iniziale tratto in discesa, facile, si cammina spediti. A metà percorso anche uno stelo di cannuccia palustre raccolto al margine della strada più aiutare nel cammino, sarà gelosamente conservato fra i ricordi della Perugia –
Assisi. Più avanti in tanti ci soffermiamo per un momento di pausa, per ristorarci e fare pipì, osservare le bancarelle del commercio equo e non, dei tavoli solidali e di cose mangerecce. Adesso Assisi è veramente vicina. Saliamo verso la Rocca Maggiore procedendo lungo un percorso gioioso, soleggiato, e sebbene in riserva di energia, contenti di esserci stati, di aver condiviso l’impresa, di aver dato
testimonianza, di contribuire ad edificare una società migliore. Fine della marcia, dunque ? Il cammino prosegue in tutti gli spazi sono da assicurare i diritti e si intende lottare contro le ingiustizie, nel quartiere, in parrocchia, nella scuola, negli ambiti in cui ciascuno è impegnato. E’ un lavoro lungo che necessita di entusiasmo e motivazioni, che comporta fatica, a tratti scoramento, ma che viene portato avanti nella speranza di abbattere il muro dell’egoismo, della pigrizia, dell’indifferenza.

Grazie a quanti c’erano ed anche a quanti non hanno partecipato, a coloro che si rifugiano nel loro piccolo mondo ed a chi vende la propria vita e spende il proprio tempo per il bene comune, ai tanti agrigentini che hanno rinunciato all’impresa, alla Tavola della Pace, ai nostri genitori.

Agrigento, 14.10.2007

Chiara e
Mariele Piraneo

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