Sfruttamento sessuale, minori un quarto delle vittime
Adnkronos
E’ quanto emerge dalla XIII edizione del rapporto ‘Piccoli schiavi invisibili 2019’ di Save the Children, pubblicato a pochi giorni dalla Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani.
Il business dello sfruttamento sessuale nel nostro Paese recluta le sue vittime in Nigeria, Romania, Bulgaria e Albania, e cambia modalità operative per rimanere sommerso. Un quarto delle vittime di tratta presunte o identificate in Europa sono minorenni e l’obiettivo principale dei trafficanti di esseri umani è lo sfruttamento sessuale. E’ quanto emerge dalla XIII edizione del rapporto ‘Piccoli schiavi invisibili 2019’ di Save the Children, una fotografia aggiornata della tratta e dello sfruttamento dei minori in Italia, ed in particolare del sistema dello sfruttamento sessuale e della specifica vulnerabilità delle sue vittime, in larga maggioranza di origine straniera.
In base al rapporto, diffuso a pochi giorni dalla Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, sulle 20.500 vittime di uno dei sistemi più violenti e senza scrupoli che si conoscano, registrate nell’Unione nel biennio 2015-16, il 56% dei casi riguarda la tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Un pur consistente 26% è legato allo sfruttamento lavorativo, una vittima su 4 ha meno di 18 anni, due su tre sono donne o ragazze.
Il numero delle vittime di tratta minori e neo-maggiorenni intercettate in sole 5 regioni dagli operatori del progetto Vie d’Uscita di Save the Children è cresciuto del 58%, passando dalle 1.396 vittime del 2017 alle 2.210 nel 2018, mentre i Paesi di origine sono per il 64% la Nigeria e per il 34% Romania, Bulgaria e Albania. “Un fenomeno di questa gravità e di queste proporzioni – ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children – necessita di un intervento nazionale coordinato tra tutti gli attori, in grado di garantire gli standard necessari ad una vera e propria azione di prevenzione, che deve scattare con tempestività appena le potenziali vittime entrano nel nostro Paese, e deve anche fornire i mezzi più efficaci per promuovere la fuoriuscita delle vittime e il loro percorso di integrazione”.
Per avvicinare tutti in modo semplice e coinvolgente al dramma dello sfruttamento sessuale collegato alla tratta, ‘Piccoli Schiavi Invisibili’ propone quest’anno al suo interno la graphic novel ‘Storia di Sophia. Una vittima di tratta. Una ragazza’ ( nella FOTO) illustrata dal fumettista Roberto Cavone, che racconta la storia vera di un’adolescente nigeriana.
In Italia le vittime di tratta accertate sono 1.660, con un numero sempre maggiore di minorenni coinvolti, cresciuti in un anno dal 9% al 13%. La sempre più giovane età delle vittime e la prevalenza dello sfruttamento di tipo sessuale trova conferma anche tra i 74 nuovi casi di minori che sono riusciti a uscire dal sistema di sfruttamento nel 2018 nel nostro Paese e sono stati presi in carico dai programmi di protezione istituzionale, soprattutto in Piemonte (18) e Sicilia (16). Uno su 5, infatti, non supera in età i 15 anni e lo sfruttamento sessuale riguarda quasi 9 casi su 10. In base al rapporto, anche se non rappresenta il principale obiettivo del sistema della tratta, lo sfruttamento lavorativo in Italia è in crescita e nel 2018 gli illeciti registrati con minori vittime, sia italiani che stranieri, sono stati 263, per il 76% nel settore terziario.
Le ragazze e le donne nigeriane, una volta giunte in Italia, dopo un viaggio attraverso la Libia e via mare dove subiscono abusi e violenze, devono restituire alla ‘maman’, la figura femminile che gestisce il loro sfruttamento, un debito di viaggio che raggiunge i 30mila euro e sono costrette a ”lavorare” fino a 12 ore tutte le notti, anche per 10-20 euro a prestazione, raccogliendo dai 300 ai 700 euro al giorno. Buona parte dei soldi servono però per pagare vitto, alloggio e vestiti, spesso anche per l’affitto del posto in strada dove si prostituiscono e l’estinzione del debito diventa così quasi irraggiungibile. Sulle nostre strade, sottolinea ‘Save the Children’, è rimasta invece costante la presenza di ragazze di origine rumena o bulgara, ma si segnala un aumento delle ragazze di origine albanese, un ritorno, che riguarda anche i gruppi criminali albanesi in Italia, secondi solo a quelli nigeriani.
Il reclutamento delle vittime nei Paesi di origine avviene con metodi sempre più efficaci, come ad esempio in Romania, dove diverse testimonianze di vittime raccolte in Italia hanno rilevato l’esistenza di ”sentinelle” dei trafficanti che individuano in anticipo negli orfanotrofi le ragazze che stanno per lasciare le strutture al compimento dei 18 anni, e mettono in atto un adescamento basato – come per tutte le connazionali – su finte promesse d’amore e di un futuro felice in Italia, facendo leva sulla loro condizione di deprivazione affettiva. Secondo ‘Save the Children’ finti lover boy che sono affiancati ad ogni ragazza lungo tutto il periodo di sfruttamento in Italia, che può durare anni, ne controllano l’attività, ma esercitano un controllo totale e violento, come nel caso, riportato dagli operatori, di una ragazza rimasta incinta indotta ad entrare in una vasca riempita di cubetti di ghiaccio per indurre l’aborto per shock termico. ‘
‘Un sistema di tratta degli esseri umani così forte e spietato nei confronti di ragazze quasi bambine e giovani donne, in grado di adattarsi e modificare il proprio operato per rimanere sommerso, rende più che mai necessario incentivare e rafforzare la cooperazione con i Paesi di origine e di transito, al fine di rafforzare la lotta alla tratta in quanto crimine internazionale e transnazionale – sottolinea Antonella Inverno, Responsabile Politiche per l’Infanzia di Save the Children Italia – In Italia occorre intensificare l’azione congiunta, anche promuovendo la definizione e adozione di protocolli e convenzioni per l’individuazione precoce delle vittime di tratta, sulla base di un approccio multi-agenzia che coinvolga tutti gli attori territoriali interessati”.
25 luglio 2019
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