Se questi sono dei politici…


Piero Piraccini


C’è chi sostiene che la paura è strumento di manipolazione collettiva che genera odio per i diversi e che il crollo della borsa americana del secolo scorso precipitò il mondo nella Grande depressione, preludio alla follia nazista che sfociò nella 2° guerra mondiale…


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Se questi sono dei politici...

C'è chi sostiene che la paura è strumento di manipolazione collettiva che genera odio per i diversi e che il crollo della borsa americana del secolo scorso precipitò il mondo nella Grande depressione, preludio alla follia nazista che sfociò nella 2° guerra mondiale. Allora diversi erano gli ebrei, gli zingari, gli oppositori politici e, in Italia, il movimento operaio che le camicie nere, incredibilmente nobilitate da Violante nella loro fase repubblichina, perseguitarono.
A Cesena da anni opera un centro d'incontro e di ricerca  (ambisce chiamarsi Centro per la Pace) che ha organizzato corsi di formazione sui Diritti Umani e mostre sui Porraymos e sulle leggi razziali “applicate” agli ebrei cesenati.
La parola Porraymos è sconosciuta ai più. Indica in lingua romanes quella che per gli ebrei è la Shoah, lo sterminio del popolo rom e sinti durante la 2° guerra mondiale, quando gli zingari furono deportati ed uccisi in camere a gas e nei forni crematori. Oltre 20.000 solo ad Auschwitz.
Proprio per Auschwitz, a seguito del lavoro svolto dal Centro per la Pace, sono partiti questi giorni decine di studenti accompagnati dagli educatori e dal Sindaco (buon frutto d'una buona idea: un assessore alla pace) per visitare un posto indicibile per le sofferenze inflitte da una parte di quella Europa che pur si vuol scrivere, nella sua carta fondativa, abbia radici cristiane.
Per interrogarsi come poteva essere mai opera dell'uomo, quella. Interrogativo che riflette la solitudine di Primo Levi, fardello angoscioso di una testimonianza mai compresa fino in fondo, preludio dell'idea di un probabile suicidio.
Ma la domanda se questo è un uomo, vale anche – occorre pur dirlo – per chi era dall'altra parte e per chi oggi, forte di un potere che lo fa immune dalla giustizia, compie azioni analoghe per ferocia anche se inferiori per dimensione.
I cancelli di Auschwitz furono aperti dai soldati dell'Armata Rossa il 27 gennaio 1945 ai resti di un popolo, quello dei lager, disperato per le sofferenze patite, conscio dell'impossibilità di trovare  parole adatte per comunicarle.
Passarono pochi giorni, era l'11 di febbraio, quando i grandi della terra – lo statunitense Roosevelt, il sovietico Stalin, l'inglese Churchill – nell'incontro di Yalta si suddivisero il mondo a seguito della disfatta tedesca. Due giorni dopo, cacciabombardieri americani e britannici avevano i motori puntati su Dresda, la “Firenze dell'Elba”. Cioè la guerra era finita, il nemico era sconfitto, tuttavia occorreva vendicare Coventry, la città inglese bombardata in precedenza da cacciabombardieri tedeschi. Si continuava ad uccidere senza che vi fosse alcuna ragione militare, se mai una ragione di tal fatta può giustificare l'uccisione di una sola persona. Invece un'apocalisse di bombe distrusse Dresda coi suoi abitanti nell'arco di una notte. L'alba seguente era quella di San Valentino. Dall'apertura dei cancelli di Auschwitz erano passati 18 giorni. Servivano altre stragi. E si ebbero. Passarono pochi mesi – anche il Giappone nel teatro di guerra orientale era una potenza sconfitta – quando due bombe atomiche distrussero Hiroshima e Nagasaki. Quale motivazione militare? “Dobbiamo dare una lezione ai Russi”, disse il generale americano Roses volendo mostrare con le bombe H la superiorità degli Stati Uniti.
Talchè padre Ernesto Balducci poté scrivere che a Norimberga, luogo del processo ai criminali di guerra nazisti, furono i carnefici di Hiroshima a giudicare i carnefici di Auschwitz.         
 Fu chiamata “Sonata al chiar di luna” la spedizione contro Coventry ed analogamente, c'era una luce bianca ad illuminare i bombardamenti su Dresda, ma nell'un caso e nell'altro era il fosforo bianco che faceva luce sugli obiettivi. Lo stesso fosforo bianco che appena tre anni fa ha rischiarato la notte su Falluja e poi, lo scorso mese, quelle su Gaza. Calpestando i principi che il diritto umanitario di guerra (sembra un ossimoro) ha tracciato a presidio di valori essenziali per l'umanità intera, a partire da quello minimo: vietare metodi di guerra che provocano “mali superflui“.
Allora nacque una classe politica che interpretò il mondo e fece soggetti di diritti chi fino ad allora  aveva potuto solo ubbidire, possedendo solo la propria forza lavoro. Oggi un governo guidato da un capo con intenzioni golpiste, prepara leggi di stampo razzista e fa strame della pietà nei confronti di chi, da anni, vive in un letto la propria morte, mentre l'opposizione politica si allontana dal maggiore dei sindacati e rincorre la propria ombra. Intanto, narcisi leader di una sinistra che più d'altre ha combattuto un mondo – ancora attuale – foriero di guerre e di disuguaglianze, perseverano in divisioni identitarie nel vano tentativo di preparare il dopo. Così presi dal dimostrare la giustezza della propria minorità da non saper trovare le ragioni dell'unità e le soluzioni ai problemi di sopravvivenza che toccano una gran parte della società. Ignari che rischiano di preparare il proprio nulla.    

di Piero Piraccini

febbraio 2009

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