Sciopero in Rai, le ragioni del lavoratori
Rainews24
Oggi sciopero dei giornalisti Rai indetto da Usigrai e sciopero generale degli operai, impiegati e quadri proclamato dalla Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind Confsal in risposta al piano industriale.
Il comunicato della Rai
Il diritto di sciopero va sempre rispettato e garantito, ma i telespettatori devono sapere che in questo caso si tratta di uno sciopero contro una Rai impegnata a risanare per la prima volta, in maniera seria e responsabile, il proprio bilancio e pertanto a difendere i posti di lavoro; contro una Rai in grado di vincere – e quest'anno con un distacco record – la competizione degli ascolti; contro una Rai capace in pochi mesi di moltiplicare la propria offerta passando dagli storici 3 canali analogici ai 14 digitali tuttia titolo grauito con un grande vantaggio per i telespettatori.
Rai continua a ritenere che vadano rigettate tutte le provocazioni e le strumentalizzazioni politiche e che invece la ripresa del confronto con tutte le sigle sindacali sia la maniera per poter ricercare soluzioni strutturali e governare i processi di cambiamento in atto.
L'opinione del direttore generale
"E' fin troppo ovvio riconoscere che il diritto di sciopero e' un diritto fondamentale dei lavoratori e va pertanto rispettato e garantito ma non si puo' non apprezzare le ragioni per le quali una grande organizzazione come la Fistel Cisl ha deciso di non aderire ad uno sciopero come quello proclamato da altre organizzazioni sindacali Rai", dice il direttore generale Mauro Masi.
"Uno sciopero come dice la stessa Fistel Cisl che rischia di essere fuori tempo – aggiunge Masi – controproducente perché determina un vulnus a quel dialogo necessario per affrontare e risolvere le problematiche di bilancio e strutturali lasciate a marcire per troppo tempo".
I sindacati che promuovono lo sciopero sono oggi davanti la sede Rai di Viale Mazzini, dalle 11 alle 15:30, con l'intervento dei segretari di Slc Cgil, Uilcom Uil, Ugl Tlc, Snater, Libersind-Confsal.
Perché la Cisl dice no
Assente la Fistel-Cisl perché, spiegano in una nota, "in un contesto di oggettiva espansione della Rai e della sua offerta televisiva con l'avvento del Digitale terrestre" il sindacato "non può limitarsi ad esternare 'intuizioni' o manifestare semplicemente preoccupazioni, ma ha la responsabilità di governare il processo di cambiamento, ritenendo il 'tavolo permanente di concertazione' il mezzo più idoneo e concreto per ricercare quelle soluzioni strutturali che diano prospettive di futuro all'Azienda e di tutti coloro che in essa operano".
Per il sindacato sono una una priorita' politica, infatti, la difesa della centralita' della Rai nel sistema informativo nazionale per impedirne nel tempo la disgregazione; la definizione di nuove regole di "governance" della Rai per mitigare le interferenze portatrici di istanze estranee dal contesto produttivo aziendale; la ripresa immediata del confronto con l'azienda con tutte le componenti sindacali per analizzare le ipotesi di riforma che comportino un inequivocabile sviluppo per l'Azienda e per i propri lavoratori. E nella trattativa sono irrinunciabili la garanzia degli attuali livelli occupazionali; il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro; il riconoscimento, tutela e valorizzazione del patrimonio delle specifiche competenze e professionalita' interne; il decentramento produttivo editoriale verso Centri e Sedi, attraverso la specializzazione di genere; la salvaguardia dell'attuale perimetro delle attivita' strategiche della Rai -area editoriale, area produttiva e area diffusione e trasmissione; un "Patto Unitario" con tutte le componenti sindacali, partendo dalle attuali diversita' quale impulso per una rinnovata coesione; l'apertura del rinnovo contrattuale da attuarsi in un contesto di misurata e trasparente politica retributiva.
Fonte: RaiNews24
10 dicembre 2010