Sbarchi in Calabria e Sicilia: anche una neonata
Corriere.it
In 24 ore sono già circa mille i migranti arrivati in Sicilia e Calabria. Altri sono pronti a partire.
Circa cento migranti si salvano aggrappandosi alle gabbie dei tonni.
Un centinaio di migranti si sono salvati aggrappandosi alla grandi gabbie per la pesca del tonno che ancora una volta si trasformano in una gigantesca ciambella di salvataggio per quanti attraversano il Canale di Sicilia. Il gruppo dei superstiti ha raggiunto Lampedusa alle prime luci dell’alba dopo l’intervento della Guardia Costiera. Sono solo una parte dei migranti che, grazie alle buone condizione atmosferiche, hanno ripreso il mare per raggiungere le coste di Sicilia e Calabria. Un’impennata negli sbarchi improvvisa ma non certo inattesa, visto che il flusso di migranti dalle coste africane non si è mai interrotto ed anzi potrebbe riprendere in grande stile con l’arrivo dell’estate.
CIRCA MILLE – Complessivamente tra la notte appena trascorsa e l’alba le motovedette di Guardia di Finanza e Capitaneria di porto hanno prestato soccorso e trasferito a Lampedusa 259 migranti. Se si aggiungono ai 690 sbarcati negli ultimi due giorni tra Roccella Jonica, Porto Palo e ancora Lampedusa, il totale dei migranti arrivati in poco più di 24 ore è già salito a circa 950. Ma, appunto, potrebbe essere sono una prima ondata. Dalle testimoniante dei superstiti si ha la conferma che altri migranti si preparano a prendere il mare per attraversare il Canale di Sicilia, anche se al momento non esiste una stima precisa sulla consistenza di questi nuovi flussi verso l’Italia.
I SOCCORSI – Nel bollettino degli ultimi sbarchi questa la scansione. Primi ad arrivare, intorno alle 5,30, 109 eritrei, tutti uomini, imbarcati sulla nave «Libra» della Marina Militare e su una motovedetta della Guardia Costiera. Il loro gommone, fermo per un’avaria al motore, era stato avvistato nel pomeriggio di sabato. Alle 7 sono giunti i 95 migranti aggrappati alla grande gabbia per tonni al traino di un peschereccio tunisino. Dieci minuti più tardi sono arrivati i 55 migranti (46 uomini, 8 donne e un minore) soccorsi inizialmente dal peschereccio italiano «End», alla cui vista alcuni dei passeggeri del gommone si erano gettati in mare. Sempre la notte scorsa, lungo il litorale di Siracusa, tra Punta del Pero e Terra Uzza, 20 migranti sono stati invece rintracciati già a terra.
NEW YORK TIMES – Intanto scoppia la polemica sui centri di identificazione ed espulsione dopo la denuncia del New York Times che in alcuni casi li paragona a delle carceri. In particolare sul Cie di Ponte Galeria, non lontano dall’aeroporto di Fiumicino, la corrispondente del Nyt Elisabetta Polovedo scrive «non è una prigione, ma la differenza è in realtà soprattutto semantica». Il quotidiano ricorda che i centri di questo tipo, in Italia e in Europa, sono sempre più criticati dalle organizzazioni di difesa dei diritti umani che li definiscono «inumani, inutili e costosi». In Italia, aggiunge la Polovedo, «i più critici sostengono che i centri sono il riflesso delle politiche che assimilano immigrazione a criminalità, dimenticano i benefici economici che gli immigrati possono portare e non prendono in considerazione la crescente natura multiculturale della società».
Fonte: www.corriere.it
16 giugno 2013