San Suu Kyi, vicina la liberazione
Elisabetta Viozzi
Cecilia Brighi, dipartimento politiche internazionali Cisl, appena tornata dal confine tra Birmania e Thailandia, dichiara: “Liberazione dovuta, diritti umani ancora violati”.
E si susseguono notizie contraddittorie. “Questa è una liberazione dovuta, a nostro avviso, le sanzioni e tutti i provvedimenti presi sul piano internazionale devono rimanere tali fino a quando non ci sarà il vero processo di dialogo con le organizzazioni democratiche e le rappresentanze di nazionalità etniche. Commenta Cecilia Brighi, appena tornata dal confine tra Birmania e Thailandia.
Secondo quanto ci è dato sapere la situazione lì è drammatica con un costante flusso di profughi…
I militari avevano deciso che tutte le organizzazioni paramilitari che hanno firmato il cessate il fuoco avrebbero dovuto cedere le armi e sottoporsi al controllo dell’esercito birmano, questa condizione non è stata accettata e si è verificato uno scontro pesantissimo che ha visto nel giro di poche ore migliaia di profughi lasciare il paese alla volta della Thailandia, questa cosa continuerà anche nei prossimi giorni perché nessuna delle organizzazioni etniche ha intenzione di andare sotto il controllo militare.
Le recenti elezioni hanno dunque aggravato la situazione?
Non c’è nessuna credibilità nella giunta, lo sapevamo che queste sarebbero state elezioni farsa tanto che la giunta ha vinto con l’80% a Rangoon e il 90% nelle altre regioni, i voti sono stati manomessi e in alcune situazioni i rappresentanti eletti sono stati immediatamente destituiti: lo scontro peggiorerà perché le entità tribali non vogliono sottostare alla giunta
Una buona notizia si attende però in queste ore. Stiamo parlando della liberazione di Aung San Suu Kyi. Cosa vuol dire questo per il paese?
Sarà importante perché il popolo birmano considera Suu Kyi la propria leader, guida politica e spirituale. Però è ancora più importante che questa notizia non rappresenti il segno di un cambiamento da parte della giunta, lo abbiamo visto anche in passato… nel periodo in cui San Suu Kyi era libera non sono diminuiti le violazioni dei diritti umani. Questa è una liberazione dovuta, le sanzioni e tutti i provvedimenti presi sul piano internazionale, a nostro avviso, devono rimanere tali fino a quando non ci sarà il vero processo.
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12 Novembre 2010