Sahrawi: scontri e tensioni ad Al Aaiun


Stefano Liberati


Centinaia di soldati marocchini sono entrati in tenuta anti-sommossa nel campo di tende sahrawi. Una protesta di massa unica nel suo genere nei 35 anni in cui il Sahara Occidentale è stato occupato dalle forze marocchine.


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Sahrawi: scontri e tensioni ad Al Aaiun

Lunedì mattina all'alba centinaia di soldati marocchini sono entrati in tenuta anti-sommossa nel campo di tende sahrawi a 12 chilometri da Al Aaiun, capitale amministrativa del Sahara Occidentale, e lo hanno distrutto. Negli scontri seguiti all'intervento ci sono state diverse vittime: il Fronte Polisario parla di 13 morti, mentre altre fonti all'interno del campo dicono che 7 persone sono rimaste uccise. Il Marocco sostiene che due dei suoi soldati sarebbero morti.
Il campo di Gdeim Izik, che contava 8000 tende e 20mila persone al suo interno, era stato messo in piedi il 10 ottobre scorso da gruppi di sahrawi che richiedevano il rispetto dei propri diritti civili da parte dello stato marocchino. Si trattava di una protesta di massa unica nel suo genere nei 35 anni in cui il Sahara Occidentale è stato occupato dalle forze marocchine. Gli abitanti del campo avevano rivendicazioni di carattere socio-economico e non avevano mai parlato apertamente di auto-determinazione.

Dopo lo sgombero del campo, gli scontri si sono trasferiti in città. I sahrawi hanno innalzato barricate, mentre i marocchini hanno cominciato a dare la caccia ai militanti casa per casa. Centinaia gli arresti. L'attivista per i diritti umani Enaama Asfari, intervistato dal manifesto la settimana scorsa nel campo di Gdeim Izik, è stato arrestato, torturato brutalmente fino a fargli perdere i sensi ed è al momento piantonato all'ospedale.
Proprio lunedì sono iniziati a Manhasset, vicino a New York, i colloqui diretti tra Marocco e Fronte Polisario sulla questione del Sahara Occidentale. 

Fonte: IlManifesto

8 novembre 2010 

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Sale la tensione dopo gli scontri a Laayoune

Cresce la tensione nei territori del Sahara Occidentale dopo lo sgombero di ieri di un accampamento Saharawi alle porte di Laayoune effettuato dalle forze dell'ordine del Marocco. Secondo le organizzazioni Saharawi gli scontri tra i civili e la polizia di Rabat avrebbero causato almeno 6 morti e un centinaio di feriti, mentre sempre ieri a Palazzo di Vetro di New York si sono aperti i negoziati tra il governo del Marocco e i rappresentanti del Fronte Polisario sotto l'egida delle Nazioni Unite. Intanto da Rabat il procuratore generale del Re del Marocco a Laayoune ha aperto un'inchiesta sulla morte del cittadino saharawi Mahmud Hamadi Ould Brahim Gargar negli scontri, unica vittima civile riconosciuta dalle autorita' marocchine che hanno riferito anche della morte di due poliziotti durante l'assalto all'accampamento saharawi. Da New York i rappresentanti del Fronte Polisario, che da oltre trent'anni si batte per l'autodeterminazione del popolo saharawi dal Marocco, la situazione nella citta' occupata e' critica e rischia di aggravarsi.
  Preoccupazione per la situazione che si e' venuta a creare nel Sahara Occidentale e' stata espressa anche dalla ong italiana Mo.D.A.V.I. "Nel giorno in cui tutti ricordiamo la caduta del Muro di Berlino, un evento di svolta epocale per l'affermazione della liberta' in Europa, devo denunciare le violenze perpetrate dall'esercito del Marocco contro il popolo Saharawi", scrive in una nota Irma Casula, "che da decenni ha adottato la linea della non violenza per rivendicare i propri diritti". Secondo la presidente della ong "poche ore fa una pacifica manifestazione saharawi e' stata repressa nel sangue e decine di innocenti sono rimasti uccisi. E tutto cio' e' avvenuto nel silenzio assordante della maggioranza della comunita' politica internazionale". Il Fronte Polisario chiede di indire un referendum per l'indipendenza mentre Rabat, che ha annesso il Sahara Occidentale dal 1975, propone la concessione di un'autonomia regionale. 

Fonte: Agi

9 novembre 2010

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