Rivolta al Cie di Ponte Galeria: tutto prevedibile
Articolo 21
Il CIE di Ponte Galeria, uno dei più capienti ed organizzati su tutto il territorio nazionale ha visto ieri lo sfiorare di una tragedia, che non si può dire non fosse già “nell’aria” .
“La rivolta era più che prevedibile. Il CIE di Ponte Galeria, uno dei più capienti ed organizzati su tutto il territorio nazionale ha visto ieri lo sfiorare di una tragedia, che non si può dire non fosse già “nell’aria” . Lo scrive in una nota la portavoce della campagna LasciateCIEntrare, Gabriella Guido. “Appena due settimane fa una delegazione della campagna LasciateCIEntrare entrava a Ponte Galeria e, a causa della tensione dei cittadini stranieri che ipocritamente vengono definiti dalla burocrazia “ospiti”, non riusciva ad accedere nel reparto maschile. Il livello di tensione era già alto, tra cittadini che non capivano se sarebbero stati espulsi, rimpatriati in paesi, come la Nigeria, dai quali sono dovuti scappare.”
Proprio ieri , a seguito del tentativo di rimpatrio di alcuni di loro, è scoppiata una rivolta. Le notizie che sono state diffuse sono di ferite lievi per una delle genti di polizia che prestano servizio presso la struttura . Le condizioni di questi luoghi sono inaccettabili anche per quei funzionari che devono applicare leggi e procedure “a forza”. Dalla visita del 4 febbraio alla struttura Rainews24 ha realizzato un reportage che spiega lo stato dei detenuti e della struttura. VEDI INTERVISTE A IMMIGRATI PONTE GALERIA
Al Sindaco di Roma Gianni Alemanno la portavoce della campagna Gabriella Guido controbatte che “su una cosa, in primis, non si può derogare, il rispetto dei diritti e della dignità umana. Cosa che ci viene spesso ricordata anche dalla Corte di Giustizia Europea. I CIE sono luoghi che non possono convivere all’interno di una società e di un paese civile. Le leggi devono essere modificate. Subito.
Altrimenti la cronaca non farà altro che continuare a raccontare di uomini che si danno fuoco negli scali aereoportuali, che fuggono costretti ad entrare in quella clandestinità che leggi securitarie hanno costruito senza nessuna visione umana e politica.”
“La campagna rilancia con forza l’appello MAI PIU’ CIE firmato da numerosissime associazioni e cittadini e presentato ai candidati e ai futuri parlamentari del nuovo esecutivo – conclude la portavoce.
Fonte: http://www.articolo21.org
19 febbraio 2013