Rischio catastrofe umanitaria a Mosul
L’Osservatore Romano
Con l’inizio dell’offensiva per liberare Mosul dall’Isis, le agenzie delle Nazioni Unite e le ong lanciano l’allarme sostenendo di non essere in alcun modo in grado di far fronte al milione e mezzo di persone che potrebbero cercare la fuga.
Si rischia la catastrofe umanitaria per l’imminente attacco a Mosul, l’ultima roccaforte jihadista in Iraq. Le agenzie delle Nazioni Unite e le ong lanciano l’allarme sostenendo di non essere in alcun modo in grado di far fronte al milione e mezzo di persone che potrebbero cercare la fuga dalla città in mano al cosiddetto Stato islamico (Is) quando comincerà l’offensiva per riconquistarla.
Secondo l’organizzazione Save the Children, saranno a rischio fino a seicentomila bambini, se non verranno garantiti immediatamente percorsi sicuri e altre misure per proteggere la popolazione. Allarme anche dall’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim). «La portata della risposta necessaria è qualcosa a cui non possiamo far fronte» ha detto alla stampa Sandra Black, responsabile della comunicazione dell’Oim per l’Iraq. Secondo l’Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), almeno duecentomila persone tenteranno la fuga dalla città nei primi giorni dell’attacco, ma poi l’esodo potrebbe drammaticamente aumentare, fino a settecentomila persone. L’Onu sta già mettendo in campo la risposta (infrastrutture di emergenza in 13 siti individuati dal governo iracheno), ma prevede la situazione più critica degli ultimi anni. Anche perché scarseggiano le risorse, visto che l’appello lanciato dall’Onu, l’Humanitarian Response Plan for Iraq e l’appello di emergenza specifico per Mosul diramato a giugno, è stato finora raccolto solo per metà dai Paesi donatori. E al momento le agenzie sul terreno hanno forniture solo per una minima parte. «È una corsa contro il tempo», ha confermato Lise Grande, coordinatore umanitario Onu in Iraq.
Fonte: www.osservatoreromano.va
7 ottobre 2016