Rimpatri, quasi dieci milioni di euro per meno di 4000 rientri
Redattore Sociale
I risultati dell’annualità 2008 del fondo europeo quinquennale per ritorni volontari e forzati. Ecco come vengono organizzati i voli charter: scorte fino a 70 agenti per 30 immigrati a causa delle “intemperanze” dei rimpatriati.
Una spesa di milioni di euro per rimpatriare forzatamente alcune migliaia di immigrati irregolari e il rimpatrio volontario assistito che copre solo una minima parte dei ritorni in patria. E’ il bilancio che si può tracciare in base ai risultati complessivi sull’annualità 2008 del Fondo rimpatri stanziato dall’Unione Europea e gestito attraverso il ministero dell’Interno. Il Fondo è quinquennale e va dal 2008 al 2013, i risultati prodotti sono verificabili solo per il primo anno di finanziamento. Per il 2008 sono stati stanziati 9.635.535,48 euro, i progetti finanziati con quei soldi si sono conclusi il 30 giugno 2010 e dopo il rendiconto è stata fatta la verifica dei risultati, presentati oggi dal ministero dell’Interno presso l’Istituto superiore antincendi. Nel 2008 ci sono stati 665 sbarchi di migranti per un totale di oltre 35 mila persone, tra uomini, donne e minori senza permesso di soggiorno.
Con i quasi dieci milioni di euro arrivati dall’Europa per il 2008, 228 persone hanno beneficiato del rimpatrio volontario assistito e 176 sono stati destinatari di interventi di reintegrazione nei paesi d’origine, sotto forma di un aiuto per lo start up. Il rimpatrio forzato ha riguardato invece 3296 persone, di cui 2098 cittadini di paesi terzi sono stati espulsi con voli di linea, il resto con voli charter appositamente organizzati. I fondi sono stati utilizzati anche per fare formazione a 100 agenti di polizia che così sono stati abilitati per la scorta sugli aerei. I finanziamenti europei per i rimpatri coattivi sono stati prorogati nel 2009 e 2010 e si prevedono anche nel 2011. Le azioni finanziate sono divise in tre parti: i voli organizzati solo dall’Italia, i voli con altri paesi membri dell’Unione attraverso l’agenzia Frontex e i corsi di preparazione per il personale che va a fare le scorte sui voli in merito ai “criteri comuni Europei di formazione” stabiliti da Frontex. Nel 2011 è stato un continuo di partenze, i voli sono molto aumentati e i fondi Ue non bastano a coprire tutto l’anno. A gestire i rimpatri coatti è il Dipartimento di pubblica sicurezza, responsabile dell’organizzazione sia economica sia logistica e operativa.
I risultati forniti, relativi sempre al fondo del 2008, sono di 25 voli charter nazionali per l’Egitto che hanno permesso il rimpatrio di 926 persone, 3 voli charter nazionali per 132 nigeriani e 2 voli Frontex verso la Nigeria per un totale di 101 nigeriani rimpatriati. Le operazioni di rimpatrio con scorta sono state 1093. Egiziani, algerini, tunisini, marocchini e nigeriani sono i più rimpatriati. Con il Fondo rimpatri nel 2009 questi voli charter sono stati finanziati con oltre 7 milioni di euro di cui 400 mila soltanto per effettuare il ritorno di 50 nigeriani in collaborazione con Frontex e altri stati dell’Ue. Per il 2010 lo stanziamento sale a 9 milioni e 900 mila euro soltanto per le operazioni di rimpatrio con e senza scorta con voli di linea o charter.
A spiegare come vengono effettuate le espulsioni coatte è Michelangelo Latella, della direzione centrale Immigrazione e polizia delle frontiere. “Uno degli aspetti fondamentali per noi è la scelta del vettore aereo perché non sempre tutte le compagnie danno le stesse garanzie di un servizio efficace – afferma – A seconda del paese di destinazione cambiano le modalità operative. C’è da osservare in modo particolare ciò che avviene con l’Egitto: in base agli accordi di riammissione, sono i voli di linea egiziani che mettono a disposizione un servizio di scorta e di sicurezza egiziano, per cui l’attività dei poliziotti italiani si esaurisce nel momento in cui il cittadino straniero viene consegnato sull’aeromobile al servizio di sicurezza, per noi è un grande vantaggio, ci affranchiamo dalla necessità di sostenere costi e risorse umane. Ed evita il rischio di incidenti con cui ogni tanto gli agenti si trovano a dover fare i conti, con intemperanze e resistenze degli stranieri, non indolori per i nostri poliziotti.”
La scorta sugli aerei è molto numerosa e questa rappresenta un costo. Per scortare i migranti in patria, gli agenti si sottopongono a una formazione specifica e a continui aggiornamenti. Tuttavia, se necessario, le scorte vengono integrate anche con poliziotti non appositamente formati. “Il rapporto è quello di 2 agenti per ogni straniero – spiega Latella – Per la tutela del nostro personale è necessario che il rapporto sia garantito e se riusciamo, ne mettiamo qualcuno in più, ad esempio 70 poliziotti per 30 persone, perché ci sono state spesso delle intemperanze e il dispositivo di scorta è fondamentale per la sicurezza di tutti sul volo. Abbiamo in Italia circa 600 operatori abilitati. Con l’aumento dei voli di rimpatrio il personale non era sufficiente, quindi abbiamo previsto in percentuale minima la presenza di personale non abilitato”. Per la polizia, fondamentale è la collaborazione delle ambasciate e dei consolati per il rilascio dei lasciapassare per il rimpatrio. “Per il 99,9% lo straniero è privo di documenti – continua Latella – quindi c’è la necessità di doverlo identificare. Per questo periodicamente vengono organizzate audizioni consolari in cui il console o il viceconsole intervista un certo numero di cittadini stranieri. Con la Nigeria, una volta terminate le audizioni, un rappresentante dell’ambasciata nigeriana in Italia viene inviato uno o due giorni prima sul territorio nigeriano, a spese del dipartimento di pubblica sicurezza, per gestire la consegna degli immigrati”. (raffaella cosentino)
Fonte: Redattore Sociale
19 luglio 2011