Rifugiati nel mondo. Il briefing dell’Alto Commissariato Onu
la Repubblica
La situazione delle migliaia di persone fuggite dal Myanmar in Thailandia. Quella degli apolidi dell’America Latina e degli sfollati pakistani. Soddisfazione per l’adesione di 18 paesi alla Dichiarazione di Brasilia. “Un modello da seguire per molte regioni del mondo”, secondo l’UNHCR.
ROMA – Ecco il resoconto del briefing bisettimanale dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, relativo alla situazione in Myanmar, per i rifugiati apolidi dell'America Latina e per gli sfollati pakistani del Sud Waziristan.
MYANMAR
La maggior parte dei 15mila rifugiati del Myanmar fuggiti in Thailandia all’inizio di questa settimana hanno già fatto ritorno in patria. I campi che si trovano nella provincia di Tak, Thailandia settentrionale, sono oramai vuoti da mercoledì scorso, mentre i tremila rifugiati che si trovavano più a sud, a Sanghklaburi, sono tutti ripartiti. Molti di loro sono tornati in Myanmar, mentre altri sono rimasti sul lato thailandese del confine. Altri ancora, dopo essere tornati in Myanmar, hanno riattraversato il confine con la Thailandia dopo la ripresa dei violenti scontri in alcune aree del paese. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR 1) sta collaborando con le ONG e le autorità locali nel tentativo di raggiungere questi gruppi isolati di persone per verificare le loro necessità.
Rispinti in patria troppo presto. Secondo quanto si è potuto apprendere sarebbero ripresi gli scontri e si teme che ulteriori combattimenti possano interessare i villaggi di Maekata e Halokani, in Myanmar. Tutto questo sta avvenendo dopo il via libera del Royal Thai Army al rimpatrio dei rifugiati. Alla luce del fatto che la situazione rimane ancora confusa e che la sicurezza è ancora a rischio, l’UNHCR sta chiedendo al governo reale della Thailandia di dare più tempo ai rifugiati prima di spingerli a fare ritorno a casa. C’è forte preoccupazione per la sicurezza di alcune persone tornate da Sanghklaburi il 10 e l’11 novembre, visto che gli scontri sono ripresi dopo il loro rientro. Al momento l’UNHCR non è in condizione di verificare la natura volontaria dei rimpatri.
Collaborazione positiva. Nel complesso la collaborazione tra UNHCR, ONG e autorità thailandesi nel fornire aiuti ai rifugiati si sta dimostrando positiva. Benché la permanenza dei rifugiati in Thailandia sia stata estremamente breve, nei tre siti principali (Mae Sot, Pho Phra e Sanghklaburi) tutte le parti si sono coordinate bene ed è stata prestata l’assistenza necessaria.
AMERICA LATINA PER RIFUGIATI E APOLIDI
L’UNHCR ha accolto con favore l’adesione alla “Dichiarazione di Brasilia sulla protezione dei rifugiati e degli apolidi nelle Americhe” da parte di 18 Paesi, nel corso di un meeting internazionale nella capitale del Brasile. Ieri l’Alto Commissario Antonio Guterres ha accolto con grande favore la dichiarazione descrivendola come un modello da seguire per molte altre regioni del mondo. Secondo l’UNHCR si tratta dell’espressione di una chiara volontà politica di fornire un approccio unitario alle questioni relative ai movimenti forzati di popolazione, che pone l’America Latina all’avanguardia nell’impegno di migliorare il quadro della protezione globale per i rifugiati, gli sfollati e gli apolidi.
I tre elementi della Dichiarazione. Il primo è il rispetto incondizionato da parte di tali Paesi del principio di non-refoulement, incluso il non-respingimento alle frontiere e la non-penalizzazione dell’ingresso irregolare.
Il secondo è il fatto che la Dichiarazione sostiene l’inclusione di considerazioni di genere, età e diversità nelle legislazioni nazionali sui rifugiati e sugli sfollati.
Il terzo è che incoraggia gli Stati ad adottare dei meccanismi per affrontare nuovi tipi di movimenti di popolazioni non previsti dalla Convenzione per i Rifugiati.
Apolidi. A seguito della richiesta effettuata dall’UNHCR il 6 ottobre scorso per un maggior impegno internazionale volto a trovare soluzioni per i 12 milioni di apolidi nel mondo, i funzionari governativi presenti al meeting di Brasilia si sono impegnati ad aderire alle due Convenzioni sullo status degli Apolidi.
I Paesi che hanno aderito alla Dichiarazione di Brasilia sono Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costarica, Cuba, Repubblica Dominicana, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Peru, Uruguay e Venezuela. Stati Uniti e Canada hanno partecipato al meeting internazionale di Brasilia come osservatori.
GLI SFOLLATI PAKISTANI NEL SUD WAZIRISTAN
L’UNHCR si sta preparando per prestare assistenza al rimpatrio volontario degli sfollati in 13 villaggi del Sud Waziristan che avrà inizio il prossimo mese. Questo anche a seguito di un sondaggio condotto tra gli sfollati da quale è emerso che circa l’85% di loro vorrebbero rientrare nelle proprie case. L’UNHCR e le ONG partner hanno svolto il sondaggio su 2mila famiglie sfollate attualmente residenti nei distretti di Dera Ismail Khan e Tank, nella provincia del Khyber Pakhtunkwa, dove erano fuggite dopo un’offensiva dell’esercito pakistano contro i miliziani nell’ottobre del 2009. Si tratta di un quarto della popolazione totale di sfollati del Waziristan meridionale, che attualmente è stimata intorno alle 8mila famiglie o 56mila persone.
La maggioranza vuole tornare. Tra gli intervistati che hanno detto di voler tornare a casa, il 44% ha affermato di voler fare ritorno subito mentre il 26% si è dato sei mesi di tempo. Le ragioni che spingono gli sfollati a voler rientrare subito sono le migliori condizioni di sicurezza, la necessità di riprendere a coltivare i campi e di mandare i figli a scuola. Il 10% di loro ha affermato che, da quando erano fuggiti, un membro della famiglia aveva già fatto ritorno a casa. Le principali motivazioni date da coloro che ancora non si sentono pronti a tornare sono la paura per la mancanza di sicurezza, le abitazioni danneggiate, l’ins ufficienza di mezzi di sostentamento, di elettricità, di cibo e di strutture per l’istruzione.
La ricostruzione. L’Alto Commissariato sta assistendo i rimpatriati fornendo loro mezzi di trasporto, tende, ripari e beni di prima necessità per la casa. Sta distribuendo materiali edili per aiutare la ricostruzione delle case danneggiate. Inoltre l’UNHCR darà il suo sostegno attraverso visite in loco a coloro che non hanno ancora avuto l’opportunità di controllare la situazione di persona, in modo che possano prendere una decisione più consapevole sulla possibilità di tornare a casa.
Il terzo inverno nel campo. Nel Pakistan nord-occidentale, circa 700mila persone originarie delle aree tribali sono ancora sfollate dopo essere fuggite a causa di varie ondate di scontri dall’agosto 2008. Gli sfollati più recenti sono quelli provenienti dall’agenzia di Orakzai, fuggiti nel gennaio di quest’anno. La maggior parte degli sfollati vive presso le comunità di Kohat, Hangu e Peshawar in affitto o ospitati da parenti. In 97mila circa vivono nel campo di Jalozai, nel distretto di Nowshera, e tra loro ce ne sono migliaia originari dell’agenzia di Bajaur che stanno per affrontare il loro terzo inverno nel campo.
Fonte: Repubblica.it, Mondo Solidale
13 novembre 2010