Rifugiati: la malattia del mondo
Raffaele Masto - www.buongiornoafrica.it
In occasione della giornata mondiale dei rifiugiati l’Alto Commissariato Onu ha pubblicato l’annuale rapporto: per molti versi scioccante.
In occasione della giornata mondiale dei rifiugiati l’Alto Commissariato Onu ha pubblicato l’annuale rapporto. Per molti versi un rapporto scioccante a cominciare dalla cifra totale, la più alta mai registrata dalla fine della seconda guerra mondiale: 59,5 milioni. Come se l’intera Italia fosse stata costretta a fuggire e lasciare le proprie case. Ma non è questo il dato più allarmante: la cifra è il risultato di un incremento definito senza precedenti, segno che le cause che producono rifugiati, profughi e sfollati non accennano a diminuire.
Il rapporto è una sorta di diagnosi: il mondo è sempre più malato e la sua malattia progredisce a ritmi preoccupanti. Terapie e cure messe in campo dai G7, G8, i G20, i summit e i vertici economici e politici sono inefficaci, non fermano la malattia. Anzi…
L’Alto Commissariato dell’Onu titola il rapporto di quest’anno “Mondo in Guerra”. Un titolo drammaticamente azzeccato perché i rifugiati sono il frutto, anzi, il prodotto diretto, delle guerre che infatti sono aumentate: negli ultimi cinque anni sono scoppiati 8 conflitti in Africa, tre in medio Oriente, uno in Europa, tre in Asia.
E poi il rapporto sfata una serie di luoghi comuni.
Il primo: l’86 per cento dei rifugiati è ospitato nei paesi meno sviluppati, altro che Europa, America, Occidente. Ci sono paesi come il piccolo Libano che su 4 milioni e mezzo di abitanti hanno un milione e mezzo di rifugiati. La Siria in questi anni ha prodotto un gran numero di fuggiaschi. Negli ultimi mesi sono passati soprattutto dalla Grecia (che ha già i suoi problemi). In questi giorni il numero complessivo di rifugiati arrivati in Grecia eguaglia gli arrivi in Italia. Ma i greci non strillano come i francesi.
Si potrebbe continuare con i numeri perché mostrano una malattia del mondo veramente grave. Ben oltre la metà dei rifugiati sono bambini, per esempio… Non c’è dubbio la terapia per curare il mondo va cambiata…
Fonte: www.buongiornoafrica.it
19 giugno 2015