Riflettori accesi sul Far West Rosarno. Sindacati in piazza contro il razzismo
La Stampa
Manifestazione del Primo Maggio :”Vietato dimenticare i problemi”. Oggi a Rosarno, il 16 maggio la Marcia per la pace Perugia-Assisi per il diritto al lavoro e la dignità dei lavoratori.
Riflettori di nuovo accesi su Rosarno, la cittadina della piana di Gioia Tauro spesso alla ribalta delle cronache per fatti di violenza e criminalità, ma troppo a lungo fuori dalla scena dello sviluppo e del progresso civile. Nel paese del reggino, teatro della rivolta degli immigrati dello scorso gennaio, si svolgerà oggi la tradizionale manifestazione del Primo Maggio: i lavoratori portano la loro Festa proprio dove il lavoro non c’è, né per gli abitanti del posto, né per i tanti immigrati disperati che arrivano da terre lontane in cerca di lavoro e fortuna.
Un’occasione promossa da Cgil, Cisl e Uil per non dimenticare i "Fatti di Rosarno" e per non lasciare sola una popolazione che con quegli episodi non ha responsabilità. Colpe che devono essere ricercate in chi vuole imporre una cultura dell’intolleranza e dell’arretratezza sociale e culturale.
"Lavoro, legalità e solidarietà". È questo lo slogan scelto dai sindacati per racchiudere i temi del corteo di Rosarno. La manifestazione – alla quale parteciperanno i tre leader di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti – sarà soprattutto l’occasione per dire "no" al razzismo dopo i violenti scontri tra la popolazione e i braccianti immigrati, insorti dopo ripetuti atti di violenza e per le impossibili condizioni di vita.
Non dimenticando mai l’essenza della Festa del Primo Maggio, che è la festa dei lavoratori, la manifestazione ripropone i temi della disoccupazione e della tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro. Anche quattro anni fa ad ospitare la festa di tutti i lavoratori fu una cittadina calabrese. Il corteo si svolse a Locri, dopo l’omicidio del presidente del Consiglio regionale, Francesco Fortugno, per manifestare contro la mafia e la criminalità.
Il Primo Maggio a Rosarno, nelle intenzioni degli organizzatori, rappresenta anche un modo per mettere in luce i problemi e le contraddizioni sociali che vive la Calabria all’interno dei problemi più generali del Paese e del Mezzogiorno. «Sarà, infatti, l’occasione – spiegano le tre segreterie regionali – per porre all’attenzione del governo l’esigenza di destinare verso la Regione politiche e risorse necessarie per affrontare i ritardi strutturali che oggi condizionano il suo reale sviluppo, a partire da un piano strutturale per il lavoro, per le infrastrutture e per una sana crescita del sistema imprenditoriale dentro un contesto di garanzie per il contrasto».
La scaletta del programma prevede il ritrovo dei partecipanti alla Rognetta, l’ex fabbrica dove vivevano gli immigrati demolita dopo gli scontri di gennaiò. Il corteo partirà alle 9.30 per arrivare dopo un’ora circa a piazza Valarioti, la piazza principale del paese dove nel giugno dell’80 è stato ucciso, dopo la vittoria del Pci alle elezioni, il trentenne Giuseppe Valarioti segretario della sezione di Rosarno. E proprio in piazza Valarioti parleranno in diretta tv Epifani, Bonanni e Angeletti, un lavoratore del vicino Porto di Gioia Tauro, una ragazza extracomunitaria laureatasi in Italia, un giovane disoccupato e il rappresentante dei sindaci della Piana. Alle 11.30, poi, ci sarà il collegamento con il Quirinale, dove il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, premierà i Cavalieri del lavoro.
Ma il Primo Maggio di Rosarno è anche musica: musica per abbattere le barriere, musica per ritrovarsi nella fisicità del ballo e dell’ascolto, musica come integrazione e solidarietà. Dopo i comizi della mattina, nel pomeriggio si alterneranno sul palco artisti del calibro di Eugenio Bennato, Bachir Gareche, Baba Sissoko, Kalavria, Quartaumentata, Mattanza, Mimmo Cavallaro, Cataldo Perri, Nino Forestieri, Giovanni Block, Roberta Cartisano, Nino Quaranta, con l’apertura di una band di musicisti di Rosarno, i Savant.
Fonte: La Stampa
1 maggio 2010