Ricacciati in Libia 75 disperati “avevano diritto all’asilo”
Marzio Tristano
Nuovi avvistamenti nel canale di Sicilia. Il natante bloccato aveva a bordo cittadini in maggioranza somali, c’erano anche 3 bambini. Erano nelle condizioni di chiedere il diritto d’asilo.
Nel giorno del primo anniversario del trattato italo-libico festeggiato a Tripoli dal premier Berlusconi la guardia di finanza intercetta a largo di Lampedusa e rispedisce in Libia un gommone con circa 75 cittadini provenienti dal Corno d?Africa, tra cui 15 donne e 3 bambini, in maggioranza somali e quindi nelle condizioni per richiedere il diritto d’asilo. Si fa più duro il braccio di ferro con Malta, che ormai ha adottato la politica dello scarica-barile verso l’Italia: il gommone è stato intercettato a circa 35 miglia da La Valletta da una motovedetta maltese che ha rifocillato i clandestini fornendo loro cibo, acqua e benzina, ne ha soccorsi 4, tra cui una donna e un neonato, e ha rispedito gli altri verso le coste italiane, sempre con l’identica motivazione: “Ci hanno chiesto di proseguire verso l’Italia”. Ma a circa 25 miglia a sud di Capo Passero, al limite delle acque di competenza italiana per quanto riguarda le operazioni di soccorso in mare, il gommone è stato intercettato da due unità d’altura della Finanza, e da una motovedetta della Guardia Costiera. E dopo che un medico è salito a bordo per accertare le condizioni di salute dei profughi, tutti gli extracomunitari – tranne un immigrato ricoverato a Pozzallo con le costole rotte – sono stati trasbordati sul mezzo delle fiamme gialle che ha fatto rotta verso la Libia.
Tecnicamente si chiama “contrasto all’immigrazione clandestina”, in realtà è un altro respingimento che non tiene conto dello status di profughi, molti dei quali in condizione di richiedere asilo politico.
LA ROTTA
Dal 6 maggio ad oggi sono oltre un migliaio gli immigrati riportati a Tripoli. E mentre Berlusconi appare soddisfatto, insorgono le organizzazioni umanitarie: “si festeggiano accordi esclusivamente commerciali – dice Christopher Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati – realizzati sulla pelle di persone che vengono respinti verso un destino di totale incertezza e senza alcun tipo di protezione”. Quest’ultimo episodio – tipo di imbarcazione, numero dei migranti che vi erano a bordo – pare confermare l’esistenza di un vero e proprio flusso ininterrotto di viaggi. Del tuttosimili a quelli della tragedia della scorsa settimana, quando i morti furono più di 70.
L’EUROPA
Ed ora – dopo appunto la tragedia dei profughi eritrei abbandonati in mare dai propri compagni ala deriva – anche l’Europa prova ad intervenire per migliorare l’accoglienza dei rifugiati in fuga da regimi oppressivi. Mercoledì la commissione immigrazione dell’Ue proporrà un piano per la ripartizione tra tutti i Paesi dell’Unione degli immigrati che hanno diritto d’asilo – per dar vita ad una vera e proprio “azione congiunta”, lanciando a tutte le capitali del Vecchio Continente l’appello per una maggiore solidarietà. Perchè il Patto europeo per l’immigrazione e l’asilo – siglato un anno fa e fortemente voluto dal presidente francese Nicolas Sarkozy – non resti lettera morta. Nuove tragedie, infine, sembrano in arrivo: non si hanno ancora notizie del peschereccio con circa 150 extracomunitari che sarebbe partito alcuni giorni fa dalle coste libiche. L’allarme è stato lanciato da un immigrato somalo rinchiuso nel centro di detenzione di Safi a Malta, che venerdì scorso ha ricevuto un telefonata. Le autorità maltesi hanno detto di non aver intercettato fino ad ora sui radar l’imbarcazione. Le condizioni meteo nel Canale di Sicilia sono in peggioramento.
Fonte: l'Unità
31 agosto 2009