Restavek
Tonio Dell'Olio - Mosaico dei giorni
È una delle realtà tipiche della miseria di Haiti, dove il 70 – 80% della popolazione vive con meno di due dollari al giorno. I “restavek” o “restavec” dal francese “reste avec” ovvero “sta con”, sono i bambini nati in famiglie povere.
È una delle realtà tipiche della miseria di Haiti, dove il 70 – 80% della popolazione vive con meno di due dollari al giorno. I “restavek” o “restavec” dal francese “reste avec” ovvero “sta con”, sono i bambini nati in famiglie povere che vengono ceduti a famiglie più o meno benestanti che possono farne l’uso che vogliono. Sono dediti ai lavori più umili e faticosi, sottoposti a percosse e violenze se non svolgono bene il loro compito. L’agenzia MISNA rivela che le organizzazioni umanitarie sono molto preoccupate per la sorte di questi bambini, ultimi tra gli ultimi, nel caos del dopo-terremoto. La loro situazione era stata recentemente denunciata dalla Pamamerican development foundation (Padf) che aveva censito ben 225.000 bambini ridotti in schiavitù con questo sistema di affido informale da parte di famiglie che li cedono sperando che almeno in questo modo abbiano qualcosa da mangiare. Lo stesso rapporto riferiva che ben due terzi di questi minori sono bambine tra i 6 e i 12 anni.
Non ci resta che sperare che il sisma possa scuotere le coscienze del mondo ben oltre il settimo grado della scala Richter e che non ci sia più bisogno di terremoti per accorgersi della miseria di un popolo.
Fonte: Mosaico dei giorni
18 gennaio 2010
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TERREMOTO E BAMBINI: UNA RICERCA UNICA AL MONDO
Potrà essere utile anche per i bambini haitiani la ricerca “Rainbow”, la prima del genere al mondo, tendente a documentare le conseguenze del terremoto dell’Aprile scorso in Abruzzo sui più piccoli; l’iniziativa è dell'Ordine dei Ministri degli Infermi – Camilliani attraverso la ‘Camillian Task Force’ (organismo che offre un aiuto globale, alle vittime di calamità naturali o provocate dall’uomo, attraverso un competente sostegno umanitario, sanitario e pastorale), dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, della Caritas Italiana e con la collaborazione dei pediatri di famiglia abruzzesi. Coinvolgerà 7000 bambini “con l’obiettivo di riconoscere tempestivamente – precisa una nota degli organizzatori – affrontare e risolvere tutta quell’ampia gamma di disturbi che vanno sotto il nome di Sindrome Postraumatica da Stress grazie a un’indagine ampia e approfondita “che non si fermi al solo ambito conoscitivo ma che intervenga anche a livello terapeutico colmando le lacune in materia”. Nel comunicato si aggiunge che in particolare per i bambini, “spesso la risposta al trauma è la paura intensa, il senso di impotenza e orrore; il rivivere in maniera persistente il momento drammatico, la difficoltà di addormentarsi o a mantenere il sonno, l’ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme”. Lo studio si compone di due segmenti: il primo coinvolgerà direttamente i pediatri del territorio e un nutrito campione di bambini (dai 3 ai 14 anni) da loro assistiti ai quali verranno presentati dei questionari di screening. In base al risultato dei test l’eventuale diagnosi sarà confermata da una visita specialistica neuropsichiatrica (si stima un 20-30% di bambini nell’epicentro del terremoto e il 10% nel resto dell’Abruzzo). La seconda parte si concentrerà sui percorsi di formazione di un numero elevato di insegnanti ed operatori volontari con l’obiettivo di sviluppare abilità di supporto attraverso interventi di educazione alla pro-socialità; sullo studio della ricaduta della formazione degli insegnanti su circa 1500 bambini della scuola materna ed elementare e sull’analisi complessiva finale di tutti i dati raccolti. Ad Haiti, come la MISNA scriveva qualche giorno, c’è anche il particolare problema di 225.000 “restavek”, bambini “ceduti” da famiglie povere a famiglie meno povere per lo svolgimento di lavori domestici di varia natura; con il terremoto il loro numero e la loro già difficile condizione è probabilmente destinata a peggiorare.
Fonte: http://www.misna.org
17 gennaio 2010