Referendum, in piazza per il sì
lastampa.it
Concerti-maratona a Roma e Milano. Greenpeace scala il Colosseo. Per il sì all’acqua pubblica anche preti e suore riuniti in piazza San Pietro. Il no di Marcegaglia. Non voteranno Berlusconi, Bossi, Gelmini. Ai seggi Napolitano e Fini.
Ultima giornata di campagna elettorale per i quattro referendum su cui si vota domenica e lunedì. Questa mattina attivisti di Greenpeace hanno scalato il Colosseo: 4 ragazzi hanno aperto uno striscione di 300 metri quadri con l'appello: "Italia, ferma il nucleare. Vota sì". Lo striscione è stato calato dalla sommità del secondo ordine degli archi del Colosseo. I favorevoli a quattro sì' sui quesiti referendari si sono dati appuntamento, a iniziare dalle 14,30, a piazza del Popolo a Roma. Sono previste nove ore di concerto e di intrattenimento con lo slogan ''Io voto''. La manifestazione proseguirà fino alle 23.30. Sul palco si alterneranno 23 artisti: dai Quintorigo ai Velvet, da Piotta a Teresa De Sio, da Francesco Baccini agli Area, da Eugenio Finardi a Frankie Hi Nrg. E poi: Nathalie, Nada, gli Zen Circus, i Tetes de Bois, Brusco, Andrea Rivera e gli Yo yo mundi. Tra gli ospiti: gli scrittori Enrico Brizzi e Piergiorgio Odifreddi, l'attore Moni Ovadia e le attrici Amanda Sandrelli e Simona Marchini.Un'altra manifestazione simile si terrà a Milano in piazza del Duomo.
L'obiettivo è il raggiungimento del quorum per rendere valida la consultazione. E' dal 1995 che in un pronunciamento referendario non si raggiunge il 50% per cento piu' uno degli aventi diritto al voto. Si dice ottimista Pier Luigi Bersani, segretario del Pd: «Siamo a un passo dal quorum. Non e' una questione pro o contro Berlusconi. Che se ne deve andare a casa lo diciamo da tempo»'. Il premier Silvio Berlusconi, durante la conferenza stampa seguita alla riunione del Consiglio dei ministri di ieri, ha annunciato ufficialmente la propria decisione: «Penso che non mi rechero' a votare»'. Stessa scelta di Mariastella Gelmini, ministro della Pubblica istruzione, e dal leader leghista Umberto Bossi.
Il governo non dichiara particolare interesse per l'esito dei referendum. Ma se si dovesse raggiungere il quorum con la bocciatura conseguente di energia nucleare, legge sul legittimo impedimento e privatizzazione dell'acqua, l'effetto politico – a pochi giorni dal successo del centrosinistra nelle elezioni amministrative – sarebbe un indebolimento ulteriore della maggioranza.
«'Mi auguro che si raggiunga il quorum e, senza entrare nel merito dei quesiti, che prevalgano le posizioni in favore della modernizzazione del paese»', dichiara Gianfranco Fini, presidente della Camera, che nei giorni scorsi aveva comunicato la decisione di votare sui referendum e di condividere la stessa scelta annunciata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Antonio Di Pietro, Idv, commenta: «Per Napolitano, garante della Costituzione e persona di cui i cittadini si possono fidare, andare a votare e' un dovere. Mentre Berlusconi, che pure dovrebbe conoscere la Costituzione e rispettarla, diserta le urne come si comporta solo chi non ama e non rispetta la democrazia».
Un centinaio di frati e suore si e' riunito ieri in piazza San Pietro per intonare preghiere, tra cui il Cantico delle creature di San Francesco, in difesa dell'acqua pubblica. A guidarli padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, ex direttore del mensile ''Nigrizia''.
«'Se vincessero i si' al referendum per l'abrogazione dell'affidamento della gestione dei servizi pubblici locali sull'acqua andremmo indietro di vent'anni su quel poco che abbiamo fatto sulle liberalizzazioni dei servizi pubblici locali»', dichiara Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria.
Sono oltre 47 milioni – esattamente 47.357.978 – gli elettori chiamati domenica (dalle 8 alle 22) e lunedi' (dalle 7 alle 15) ad esprimersi sui quattro referendum popolari. Tra gli elettori, ci sono poco piu' di tre milioni di residenti all'estero che hanno gia' votato per posta (per il nucleare si sono espressi sui precedenti quesiti prima della riformulazione decisa dalla Cassazione: non si sa ancora se il loro voto e' ritenuto valido e sara' conteggiato ai fini del quorum).
A ciascun elettore verranno consegnate quattro schede. Scheda rossa: si vota si' per abrogare le norme della legge che consente ai privati di acquisire la maggioranza nelle societa' di gestione del servizio di distribuzione dell'acqua. Scheda gialla: si vota si' per l'abrogazione della norma di legge che impone di determinare la tariffa dell'erogazione dell'acqua gravata della remunerazione (7%) del capitale investito dal gestore privato. Scheda grigia: si vota si' per l'abrogazione delle nuove norme che stabiliscono una moratoria per la produzione nazionale di energia nucleare. Scheda verde: si vota si' per abrogare le norme in materia di legittimo impedimento per il presidente del Consiglio e i ministri. Con il no sulle quattro schede si bocciano i quesiti referendari.
Fonte: www3.lastampa.it
10 giugno 2011