Rapporto dell’ONU: l’aumento della popolazione si somma alla crisi acqua
UNHCR
Il Rapporto “L’acqua in un mondo che cambia”, una valutazione triennale globale sulle risorse d’acqua dolce, è stato lanciato al Palazzo di vetro in vista del V Forum Mondiale sull’Acqua, che si terrà ad Istanbul dal 16 al 22 marzo.
La brusca crescita della popolazione mondiale, il cambiamento climatico, una diffusa incapacità gestionale e la crescente domanda di energia hanno accentuato la pressione su risorse idriche mondiali che stanno diminuendo. Secondo un Rapporto elaborato con il concorso di 24 agenzie delle Nazioni Unite, con una popolazione mondiale ormai attestata a oltre 6 miliardi, alcuni Paesi hanno già toccato i limiti delle proprie risorse idriche.
“Il cambiamento climatico renderà questa situazione ancora più drammatica”, ha dichiarato William Cosgrove, coordinatore ONU del “World Water Development Report”. “Non solo perchè aumenterà la variabilità del clima, ma anche perchè provocherà un incremento della già esistente pressione sulle risorse idriche”, ha aggiunto Cosgrove nella conferenza stampa di presentazione del rapporto a New York.
Il Rapporto “L’acqua in un mondo che cambia”, una valutazione triennale globale sulle risorse d’acqua dolce, è stato lanciato al Palazzo di vetro In vista del V Forum Mondiale sull’Acqua, che si terrà ad Istanbul dal 16 al 22 marzo. Il Rapporto prevede che, a causa del cambiamento climatico, entro il 2030, quasi la metà della popolazione mondiale vivrà in aree ad alto stress idrico, tra cui l’Africa che conterà tra 75 e 250 milioni di persone sottoposte a tale pressione. Inoltre, la scarsità d’acqua in alcune zone aride e semiaride provocherà lo spostamento di un numero di persone comprese fra 24 e 700 milioni.
Il Rapporto sottolinea lo stretto legame tra povertà e risorse idriche: il numero di persone che vive con meno di 1,25 dollari al giorno, infatti, coincide approssimativamente con il numero di coloro che non hanno accesso all’acqua potabile. Esso evidenzia, inoltre, il fortissimo impatto che questa situazione ha sulla salute pubblica, visto che quasi l’80% delle malattie nei Peasi in via di sviluppo è strettamente correlata al consumo d’acqua, che causa circa 3 milioni di morti premature. Ad esempio, 5 mila bambini muoiono ongi giorno di diarrea e circa il 10% di tutte le malattie mondiali potrebbe essere evitato migliorando fornitura di acqua, servizi sanitari, igiene e gestione delle risorse idriche.
“La domanda è in aumento. Sta creando una forte concorrenza e ciò di cui abbiamo bisogno è una migliore amministrazione delle risorse idriche, una migliore legislazione e una distribuzione dell’acqua più efficace e trasparente”, ha dichiarato Cosgrove, rilevando anche che la pressione sulle risorse idriche aumenta drammaticamente con il miglioramento della qualità della vita, la crescita dei centri urbani e l’incremento dei livelli di consumo, tutti fattori che determinano di conseguenza un’impennata della domanda di energia.
Il drammatico aumento nella produzione di biocarburanti, tra cui l’etanolo, triplicato tra il 2000 e il 2007, e la necessità di una quantità oscillante tra 1.000 e 4.000 litri d’acqua per produrre un solo litro di biocarburante, hanno aggiunto ulteriori pressioni a quelle già esistenti.
“Il bisogno globale di energia è destinato ad aumentare del 60% entro il 2030 – secondo una previsione dell’Agenzia Internazionale per l’Energia – e la domanda di energia arriverà dai Peasi in via di sviluppo”, ha notato Cosgrove, mentre il consumo di energia idroelettrica è destinato anch’essa ad aumentare del 60%. “Con la crescente penuria, una gestione virtuosa delle risorse idriche diventa più che mai essenziale”, ha insistito il Direttore Generale dell’UNESCO, Koïchiro Matsuura, che presenterà il Rapporto al Forum di Istanbul il 16 marzo.
Fonte: United Nations Regional Information Centre for Western Europe
13 marzo 2009