Raid Nato, strage di civili


Emanuele Giordana - ilmanifesto.it


L’uccisione di 11 bambini e donne nelle stesse ore del discorso di Obama. Le accuse dei testimoni locali. Isaf ammette i bombardamenti ma non le vittime La notizia, purtroppo, è confermata ma si sta indagando. Numeri e circostanze restano vaghe e differenti le versioni.


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L’uccisione di 11 bambini e donne nelle stesse ore del discorso di Obama
Le accuse dei testimoni locali. Isaf ammette i bombardamenti ma non le vittime Pare fosse una missione congiunta Isaf/Nato più la nuova e iperaddestrata da noi, aviazione afghana. La notizia, purtroppo, è confermata ma si sta indagando. Numeri e circostanze restano vaghe e differenti le versioni.
Il ritornello è di routine e di routine è la strage. Alla fine, di routine, arriveranno anche le scuse. Una decina di civili, in gran parte donne e bambini, sono stati uccisi l’altro ieri notte in un raid anti talebano nell’Afghanistan orientale. Il raid è stato confermato ieri anche dalla Nato nel distretto di Shigal, nella piccola provincia di Kunar, a pochi chilometri da Jalalabad e dal Khyber Pass. L’Alleanza atlantica conferma l’azione ma, per ora, non le vittime civili: il portavoce della Nato, il maggiore Adam Wojack, ha spiegato all’emittente Al Jazeera: «Sappiamo dell’incidente e prendiamo tutte le informazioni sulle vittime civili con scrupolo, ma in questo momento stiamo ancora raccogliendo informazioni».
Secondo l’agenzia afghana Tolonews si sarebbe trattato di un attacco aereo congiunto ma il governatore di Kunar Fazlullah Wahidisostiene che «le forze straniere hanno fatto tutto da sole, senza informarci».
Sarebbe stata una caccia al talebano, condotta nel villaggio di Chawgam e avvenuta nella notte tra ieri e martedi; avrebbe ucciso, secondo l’Isaf/Nato, quattro guerriglieri tra cui un comandante importante di nome Shahpoor. Un’altra fonte Nato dà invece l’indicazione di due talebani ammazzati. I conti sono confusi: secondo le autorità locali, ci sono cinque bambini uccisi e quattro donne, oltre ad altri due uomini non considerati guerriglieri. Appartengono a due famiglie del villaggio che conta adesso anche alcuni feriti: almeno quattro tra cui tre ragazze.
La ricostruzione dell’ Isaf/Nato attesterebbe precisione di tiro e nessun danno alle abitazioni: due talebani sarebbero stati individuati e colpiti. Ma la ricostruzione non torna col racconto dei locali, racconto e testimonianze dirette che, negli innumerevoli ormai episodi di precedenti stragi dall’alto dei cieli, si sono rivelate più che veridiche.
I talebani aggiungono confusione: secondo loro, dopo il raid, ci sarebbe stato uno scontro a fuoco con truppe afghane e Isaf ma nessun talebano sarebbe rimasto sul terreno mentre la guerriglia avrebbe inferto perdite al nemico.
L’ennesimo episodio guasta un rapporto già teso tra Kabul, gli Stati uniti e gli alleati della Nato. Mentre il presidente americano Barack Obama annuncia nuovi tagli alle forze di terra altri 34mila soldati), il capitolo dei raid resta in piedi e continua, come il dossier «droni», a creare imbarazzo è polemiche. Solo alcuni giorni fa, all’inizio di febbraio, un rapporto delle Nazioni unite (in particolare dell’ufficio dell’Alto commissario per i diritti umani) ha lanciato l’allarme su centinaia di bambini che sarebbero stati uccisi in Afghanistan negli ultimi cinque anni. Vittime imputabili a «mancanza di misure precauzionali e a un uso indiscriminato della forza», effetto di «attacchi e raid aerei delle forze armate americane» nel Paese asiatico. I funzionari Isaf, dati delle Nazioni unite alla mano, rispondono sempre allo stesso modo, secondo un copione da scaricabarile: i talebani ne uccidono di più visto che oltre l’80% delle vittime civili è imputabile soprattutto ai cosiddetti Ied (ordigni «sporchi», solitamente piazzati indiscriminatamente ai cigli delle strade) e attacchi kamikaze.
È una guerra di percentuali che però non convince.

Fonte: http://www.dirittiglobali.it
14 febbraio 2013

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